— VI — tato dal Verri. Tornato in patria pubblicò saggi di qualche inte- resse di guerra, di politica, di morale, di economia. L'amicizia del Lloyd orientò il Verri verso gli studii econo- mici e verso l'aspirazione agli uffici pubblici. Difatti nel gennaio del 1760 egli si recò a Vienna per prestare a Corte il servizio di noviziato di ciambellano e, patrocinato dal conte abate Luigi Giusti, allora segretario aulico al Dipartimento d'Italia, fu presentato al Kaunitz e a Maria Teresa come aspirante a pubblici uffici. E iniziò allora i suoi studii economici nelle biblioteche della capitale, ove preparò lo schema del suo primo lavoro: Gli elementi del commercio che pubblicò più tardi nel Caffè. L'abate Giusti, accademico trasformato e vecchio amico di casa Verri, aveva posto confidenza in lui, l'aveva fatto partecipe dei suoi progetti di trasformazione della ferma generale sugli originali piani del Pallavicini (2), che gli eventi e le guerre avevan tanto (2) Il Pallavicini, rieletto nel settembre del 1750 governatore della Lom- bardia (dopo aver lasciato per la guerra la carica al D'Ilarrach, per assumere l'ufficio di comandante generale), già dalla primavera di quell'ani» aveva iniziato pratiche per l'unificazione e l'appalto delle principali regalie. Erano queste amministrazioni in un deplorevole disordine, talune alienate a condizioni vili dalla Regia Camera per bisogno di denaro, le altre poco fruttavano per la mancanza di organizzazione e per il dispendio delle esazioni. I sali, i ta- bacchi, i dazii, le polveri erano appaltati separatamente a società di fermieri ch'erano divenuti creditori dell'erario, per prestiti e forniture fatti durante l'ultima guerra, per somme ingentissime. La sola società Molo, Venini e Visconti aveva un credito di 6 milioni e 800.000 lite. Aspirava all'appalto della nuova ferma generale una compagnia di 5 capitalisti : Giacomo Mellerio, figlio di un medico, venuto dalla Val Vigezzo, là arricchitosi con l'industria del vetro e già fornitore di viveri nell'ultima guerra ; Francesc'Antonio Bettinelli, cremonese, già appaltatore di regalie ; Antonio Greppi di Cazzano, di famiglia oriunda dal lago di Como, arricchitasi nell'industria della lana e nel trasporto delle merci da Genova; Giuseppe Pez- zoli di Gheffe; Rocco Rottigni di Gandino, negoziante di seta. Costoro, a mezzo di un loro rappresentante comune, presentarono al Pallavicini la loro offerta il 15 maggio 1750, impegnativa per un mese, per l'appalto complessivo delle regalie del sale, tabacco, salnitro, polveri, dazii, galbelle, macine, pesce, acquavite, neve, ghiaccio, macello, vino, pane, per la durata di un novennio, offrendo l'aumento di fiorini 200.000 sui canoni in corso, oltre L. 173.000