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APPENDICE
riservarla a un'applicazione problematica futura, non è certo il sistema migliore per sfruttare le nostre forze idrauliche col maggiore vantaggio dell'economia nazionale. Sarebbe quindi necessario che la legislazione sulle concessioni di acque pubbliche provvedesse definitivamente al caso, stabilendo opportuni criteri e fissando un termine, trascorso il quale una data concessione non possa rimanere ulteriormente sospesa, come appunto si era proposto nell'ultimo disegno di legge presentato al Parlamento.
Al quinto quesito, dunque, io non potrei rispondere altrimenti, se non che la nazionalizzazione delle forze idroelettriche, nel mio modo di vedere, sarebbe lontana dal garantire l'interesse collettivo meglio del sistema attuale delle concessioni. E rispondendo anche al sesto ed ultimo quesito, io non credo nemmeno che sia il caso di farne l'esperimento, anche in piccola scala. L'unica cosa che lo Stato potrebbe fare, oltre al tener sempre aggiornata la statistica delle acque motrici, che è già stata fatta con grande diligenza dal Ministero dì agricoltura, industria e commercio, sarebbe di migliorare il sistema attuale delle concessioni, modificando la legge vigente nel modo che si è detto poc'anzi e nella risposta al terzo quesito. Quanto alle nuove esperienze di trazione o per trovare nuovi accumulatori, chi non vede che il Governo è sempre stato ed è tuttora l'organismo meno adatto per farle, in confronto dell'azione incomparabilmente più feconda delle iniziative e degli interessi riuniti della scienza e dell'industria? Quando mai lo Stato fu realmente e per opera propria promotore di un progresso scientifico o industriale ?
Eccole, caro professore, esposte in forma succinta e, temo, alquanto incomposta, le mie opinioni sul grave e importante argomento sul quale Ella ha chiamato la pubblica attenzione. Sarei ben felice se anche nelle questioni nelle quasi siamo in disaccordo, noi potessimo trovare il modo di venire a una conclusione pratica comune, nell'interesse dell'industria nazionale.
Milano, 5 settembre 1902.
G. Colombo.