il carbone e l'industria inglese
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di tonnellate, e sono anche in disaccordo sulla profondità cui è possibile e conveniente discendere. I commissari del 1866 credevano non si potesse discendere oltre 4000 piedi; ma esistono varii pozzi come a Paruschowitz, presso Ryb-buitz in Baviera, in cui si è scesi a 6,570 piedi (1). La penuria del carbone, che minaccia la stessa Inghilterra, ha reso possibile ciò che in altri tempi sarebbe parsa un'eresia economica : l'applicazione di un dazio di esportazione. Il dazio è stato o è parso giustificato dalla necessità di salvaguardare la futura potenza britannica.
Nel suo importantissimo discorso sul financial statement, pronunziato alla Camera dei Comuni il 1S aprile 1901, Sir. M. E. Hicks Beach, allora cancelliere dello scacchiere, venendo a parlare del nuovo dazio di esportazione sul carbone, si facea, forse senza volere, eco delle preoccupazioni inglesi. Si tratta di una imposta, egli diceva, che in fin dei conti deve produrre vantaggio al paese che l'applica : It is a tax wMch will affect only a part of tlie Uniteci Kingdom and wich will not trottile Ireland at ali, except, perhaps, to the benefit of tliose who live there.
Il carbone, notava Sir M. E. Hicks Beach, ha fatto l'Inghilterra quella che è: è il nerbo della industria. Senza di esso le industrie perirebbero e la popolazione diminuirebbe. L'assenza del carbone è la causa più forte della povertà relativa dell' Irlanda.
È per questa ragione che i due più grandi uomini, che nel corso del secolo passato si sono occupati delle finanze inglesi, Peel e Gladstone, hanno considerato il carbone diversamente dalle altre merci.
Il carbone ha grande parte nella esportazione inglese:
(1) Moniteur Officiel du commerce, 7 novembre 1901.