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CAPITOLO XII
In vovu[AÌa	in cpóA/leie
(7200)	(180) 1
(7000)	(175) )
(8400)	210 1
7200	180 j
11520	288
(1) Novell, di Valentinia.no, II, tit. 4, § 1 (a. 445)
Pjrocop., Loci e Suida, Script. Metrol., I, 337 Script. Metrol., I, 308, vedi p. 478
Il miharense nell'età di Giustiniano (2) è ragguagliato da Cosmas Indieopleustes (3) ad una dramma che Mommsen (4) identifica con quella sasanide che si avvicinava per peso ai 4 scrupoli romani. Ma l'opinione di Mommsen se può essere esatta pel periodo che va da Giuliano ad Eracho, non lo è nè prima di Giuliano nè dopo Eraclio : 1° perchè di regola la dramma nell'età bizantina è di 3 y gallar a o 18 negarla ; 2 0 perchè sotto Eraclio il miharense era già calcolato come l'equivalente di mezzo esadranimo (5). Non infirma invece questa tesi il peso di gr. 1,35 circa della sbiqua d'argento coniata sotto Giustiniano col contrassegno CN (6), che potrebbe far ritenere il miharense una moneta d'argento di gr. 2,70 circa, poiché la sbiqua è prevalentemente una unità d'oro di conto eguale a di sobdo o '/e di scrupolo d'oro ed è quindi soggetta ad un cambio variabbe coba valuta d'argento. Sotto Giustiniano, si emisero per la prima volta monete contrassegnate con CF (250 vovfi/ila) corrispondenti a 7u di sobdo di 6000 vov/.ifila, il cui peso di gr. 1,35 circa porta a stabilire un rapporto legale di 1: 7 l/s
(1)	I dati tra parentesi sono ricavati in base ai rapporti fra il follis e il v OV [A. jl Lov.
(2)	Nel V secolo sino ai tempi di Giustiniano sono coniati miliarensi di 4 scrupoli in scarsa quantità, silique di 2 scrupoli pure rare e nelle zecche italiane e barbariche specialmente, pezzi di l/3 di miliarense eguali in peso a quelli contrassegnati con CN (250 vovu/Aia) con le metà eguali a quelli di 125 vov/.ifita.
(3)	Cosmas indicopleustes ed. Montfancon, p. 388, t. II: Agay^ì rov-tiati tò fTiÀiaQijaiov.
(4)	Mommsen, op. cit., p. 790.
(5)	Chronicon Alex. (I, 706, Bonn) a. 615 « yéyovev ànà vópov vópurpa igd-ypcifinov àgyvQovv nal fiaaiAixal QÓyai Si' aiiov yeyóvaoiv nal tò ilfiiov rifr àQxaiónjTOS ». Secondo Theopuanes, I, 466 Bonn, cfr. Cedkenus, I, 477 Bonn, Eraclio coniò vopiopara. v.a.1 pi Aia^oia, cfr. Mommsen, op. cit., p. 789, n. 164.
(6)	Il pezzo d'argento contrassegnato con CN era una siliqua di un solido ad un valore nominale di forse 6000 vovfiLuia, ma già da secoli il vófiiofia era quotato più alto. Supponendo che il miliarense di 4 scrupoli corrispondesse veramente ad l/12 di solido la siliqua di 250 vov^la era l/3 di miliarense. Il solido quindi col miliarense alla pari doveva essere di 9000 vovfiftla o 225 folles.