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conoscere i principali dettami della scienza economica; o per lo meno
saper ascoltare coloro che tali dettami conoscono. Ma non certo lo studio
della scienza economica o di altre scienze basterà mai a fare gli uomini
di Stato. Reputo del pari che a ogni uomo d'azione mescolato nell'agri-
coltura, nelle manifatture, nelle banche, nelle assicurazioni e che so
io, gioverebbe intendersi di economia politica, ma non basterà mai
l'economia politica a far di ognuno di essi un fortunato e provetto
creatore di ricchezza.
Badi che da simili ammissioni non consegue menomamente un
giudizio di sterilità della scienza economica, la quale all'uomo di
Stato, all'uomo d'affari e a chiunque altro sappia consultarla, è sem-
pre pronta a indicare quali effetti probabilmente scaturiranno, o meglio
ancora quali effetti probabilmente non sorgeranno, da certi provvedi-
menti. Ella afferma che gli uomini di governo sfidano gli economisti
e trionfano: «....se di fatto poi avviene che l'uomo politico agisce po-
nendosi decisamente contro il consiglio dello scienziato, e cionono-
stante vincendo la prova, gli è perchè purtroppo quella scienza non
è vera scienza, ma appunto vuota e arbitraria astrazione inutile alla
vita ».
Mi consente di enumerarle alcuni esempi facili di contraddizioni
nelle quali incappano non di rado gli uomini di governo? Eglino er-
rano e non se ne accorgono quando:
1)	Costringono gli agricoltori a coltivare prodotti comparativa-
mente più costosi
e si aspettano poi che il prodotto netto dell'agricoltura nazio-
nale aumenti.
2)	Ingiungono agli industriali di scemar con ogni mezzo il
costo dei prodotti della loro industria
e proibiscon loro di acquistare anche all'estero materie prime,
macchine e altri strumenti e mezzi di produzione, quando all'estero
si vendessero, putacaso, a miglior mercato che all'interno.
3)	Sottraggono con imposte il risparmio da impieghi che dàn
lavoro agli operai, lo usano per sussidiare i disoccupati o per erigere
opere pubbliche inutili, o meno utili delle opere private a oui han
tolto l'alimento
e credono con ciò di por freno alla disoccupazione.
4)	Additano al pubblico disprezzo i commercianti, ne chiudono
gli esercizi
e pretendono che la distribuzione dei prodotti effettuata per i
canali del commercio si svolga più facilmente e modicamente.