- 103 —
più astratto schema della vita economica, che fu chia-
mato economia pura », il Serpieri non trova di meglio
che richiamare «la potente e precisa sintesi che ce
ne ha dato il Barone»; e noi vogliamo senz'altro ripor-
tarci a questa fonte, proprio per saggiare la «preci-
sione » di quei fondamenti scientifici, e vedere se le leggi
formulate abbiano una vera validità o se per avventura
non trascendano arbitrariamente le condizioni del si-
stema, inficiandolo fin dai suoi presupposti.

Nella formulazione delle leggi della domanda e del-
l'offerta il Barone enuncia, nei termini tradizionali, il
principio fondamentale del liberismo economico. In
regime di libera concorrenza sopravvivono le industrie
che producono a costo minore, aumenta la quantità
prodotta e consumata, i prezzi tendono a eguagliarsi ai
costi, i profitti diminuiscono e tendono ad annullarsi,
la rendita del consumatore cresce in misura superiore
alla diminuzione dei profitti degli imprenditori: nel
complesso il gruppo sociale ha un guadagno netto reale.
Posto in questi termini il problema, la soluzione clas-
sica ripetuta dal Barone è eh un'evidenza lapalissiana,
ma come tutte le soluzioni troppo evidenti, anche vuota
e infeconda: siamo allo stadio del senso comune, ossia
ancora nell'anticamera della scienza. Appena si voglia
approfondire un po' la questione, le cose cambiano note-
volmente e solo per arbitrio possono tuttavia costrin-
gersi nel primitivo schema. Subito dopo la legge del-
l'offerta il Barone avverte il bisogno di procedere al-
l'analisi del costo di produzione e dell'organismo del-