â 137 â fici di valore assoluto. Così, ad esempio, se il de' Pietri Tonelli riesaminasse i principi della sua economia, co- siddetta razionale, si accorgerebbe del permanere di due motivi fondamentali (libera concorrenza, mono- polio) che possono tuttavia essere al centro di una trattazione economica solo se si è sostanzialmente â non importa se consapevolmente o meno â orientati verso l'ideologia liberale. E in tal guisa avviene che il terrore stesso di contaminare la scienza con la pra- tica conduca inesorabilmente all'assunzione implicita e dogmatica di una concezione politica, della quale non si saprebbe render conto. Si può pure insorgere contro chi accusa di liberalismo tutta la scienza tradi- zionale dell'economia e si può insistere nel carattere affatto tecnico dell'ipotesi liberistica, ma sta di fatto che quell'ipotesi è in funzione dello sviluppo politico e sociale dal secolo XVIII in poi, e non sarebbe stata assunta a fondamento sistematico dell'economia senza quell'esperienza politica. E anche se, verbalisticamente, si osserva che l'economia razionale non implica l'ipo- tesi liberistica e si costruisce indifferentemente su qual- siasi ipotesi ben determinata, la pretesa resta del tutto estrinseca e i problemi continuano a impostarsi con quella stessa mentalità . A questa legge non è sfuggito il Pareto e non sono sfuggiti neppure i suoi discepoli. * Che l'identificazione di economia tradizionale ed eco- nomia liberale non possa seriamente mettersi in dubbio, lo confermano gli altri tentativi fatti dai nostri econo- misti per rendersi conto dei problemi corporativi'. Gu- stavo Del Vecchio, nella sua risposta all'inchiesta di