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nè, infine, a quella anch'essa astratta, se pur con un
profondo motivo di vero, delle élites; ma il suo studio
ci è indispensabile per comprendere la ragione più
profonda della concezione paretiana dell'economia e
insieme lo scarso fondamento scientifico di «essa. Perchè
è vero che il Pareto ha buttato definitivamente a mare
tutto il rugginoso armamentario della vecchia economia
e ha dato all'economista il senso dell'astrattezza delle
sue leggi, ma è vero pure che il bisogno di adeguare
immediatamente la scienza alla vita, lo ha condotto
poi a compromettere la scienza senza raggiungere la
vita. Egli ha finito con lo scambiare la necessaria
astrattezza della legge scientifica con la sua contin-
gente insufficienza, ha cercato quindi di renderla sem-
pre più comprensiva e adeguata alla complessità del
reale: ma con ciò stesso egli l'ha resa indeterminata
e vaga, sì da fallire completamente allo scopo. La
maggiore profondità scientifica si è convertita inconsa-
pevolmente in uno sterile relativismo.
Chi confronti il Manuale con il Cours non può non
avere questa precisa certezza: la preoccupazione del
massimo rigore scientifico ha condotto proprio al risul-
tato opposto. Tutte le vecchie categorie e distinzioni
sono state abbandonate perchè empiriche e particolari;
i fenomeni economici son visti nella loro unità e mutua
dipendenza; il sistema è spinto verso la assolutezza dei
principi primi. Ma con quale risultato? La triparti-
zione dello studio dei gusti, degli ostacoli e dell'equili-
brio economico è infinitamente più empirica delle pre-
cedenti distinzioni, e conduce a una indeterminatezza
di nozioni che non può essere deleteria per la scienza,
i cui limiti svaniscono nell'indistinto. Ora bisogna in-
vece restringere il campo, e disfarsi definitivamente di