â 72 â nè, infine, a quella anch'essa astratta, se pur con un profondo motivo di vero, delle élites; ma il suo studio ci è indispensabile per comprendere la ragione più profonda della concezione paretiana dell'economia e insieme lo scarso fondamento scientifico di «essa. Perchè è vero che il Pareto ha buttato definitivamente a mare tutto il rugginoso armamentario della vecchia economia e ha dato all'economista il senso dell'astrattezza delle sue leggi, ma è vero pure che il bisogno di adeguare immediatamente la scienza alla vita, lo ha condotto poi a compromettere la scienza senza raggiungere la vita. Egli ha finito con lo scambiare la necessaria astrattezza della legge scientifica con la sua contin- gente insufficienza, ha cercato quindi di renderla sem- pre più comprensiva e adeguata alla complessità del reale: ma con ciò stesso egli l'ha resa indeterminata e vaga, sì da fallire completamente allo scopo. La maggiore profondità scientifica si è convertita inconsa- pevolmente in uno sterile relativismo. Chi confronti il Manuale con il Cours non può non avere questa precisa certezza: la preoccupazione del massimo rigore scientifico ha condotto proprio al risul- tato opposto. Tutte le vecchie categorie e distinzioni sono state abbandonate perchè empiriche e particolari; i fenomeni economici son visti nella loro unità e mutua dipendenza; il sistema è spinto verso la assolutezza dei principi primi. Ma con quale risultato? La triparti- zione dello studio dei gusti, degli ostacoli e dell'equili- brio economico è infinitamente più empirica delle pre- cedenti distinzioni, e conduce a una indeterminatezza di nozioni che non può essere deleteria per la scienza, i cui limiti svaniscono nell'indistinto. Ora bisogna in- vece restringere il campo, e disfarsi definitivamente di