11 2	PARTE I. - IL COMMERCIO DEI LATINI MEDITERRANEI
vese, Bonomilo, figlio di Abenzio, compare nel 1059 in Atrani (1), e le violenze di Gisulfo di Salerno colpirono i Genovesi non meno dei Pisani, che anzi egli, come dice Aimé, li trattò anche peggio di questi (2); una nave commerciale genovese, che i pirati di Gisulfo avevano catturato, non soltanto fu da costui dichiarata buona presa, ma egli costrinse tutti i Genovesi venuti in suo potere a vendere case, fondi e tutti i loro beni in Genova, e rimettergli la somma ricavata come prezzo del riscatto. Le amichevoli relazioni dei Genovesi coi Normanni sono dimostrate nel miglior modo dal loro contegno nella prima crociata. Con Gaeta Genova deve aver avuto, verso la fine del secolo, un trattato speciale, poiché i Gaetani dovevano pagare in genere meno di quel che pagassero i loro vicini (3).
Se i Genovesi, nonostante l'esperienza sarda del 1016, si indussero nell'anno 1087 a far causa comune coi Pisani contro i Saraceni di Mehdia (4), certamente essi vi sono stati mossi da potenti interessi commerciali; i vantaggi commerciali da essi conquistati tornarono loro utili nella stessa guisa che ai Pisani. Alcuni anni più tardi (nel 1092 o nel 1093) essi intrapresero in lega coi principi cristiani della Spagna, e, come sembra, ora appoggiati alla loro volta dai Pisani, una spedizione marittima contro i Saraceni di Spagna, la quale tuttavia, dopo il tentativo infelice su Tortosa, non sorti alcun risultato (5).
47. Per il commercio dei Genovesi nel Levante, noi possediamo una notizia interessante ed importante. Al gran pellegrinaggio di 7000 persone, che lasciò la Germania sotto la condotta dell'arcivescovo Sigfrido di Magonza nel novembre 1064, si erano aggregati più di 30 Normanni francesi, tra cui l'ecclesiastico Ingulfo, vivente alla corte del duca Guglielmo, il quale, nel 1076, divenne abate di Croyland e, più tardi, compose una storia degli abati di questo convento, il che gli diede occasione di trattare in breve anche i suoi propri destini.
(1)	Cod. Cav., Vili, pag. 127.
(2)	Aimé, pag. 324.
(3)	Lib. Jur., n. 23, sopra n. 24.
(4)	11 poeta pisano (De Méril, pag. 242) vanta: « Convenerunt Genuenses virtute mirabili. Et adjungunt se Pisanis amore amabili »: sopra, § 24.
(5)	Breve notizia cronologica sul principio degli Annali di Caffaro (Ann. Genou., I, pag. 13): « 1093. Primus exercitus Tortuose » (quindi con riguardo alla spedizione dell'anno 1148). Notizie più esatte da fonti arabe in Dozy R., Recherches sur l'histoire et la littérature de l'Espagne musulmane (edizione del 1800, vol. II, pag. 150, e App., pag. xxm, xxvn e lx), dove l'impresa è segnata nell'anno 1092. Cfr. in proposito: Amari, Dipi, arabi (p. xx), il quale in guisa strana, malgrado la sua conoscenza delle fonti arabe, volle riferire la notizia del Caffaro alla Tortosa siriaca, come fanno tra i moderni anche Hagenmeyer, Gesta, pag. 427, e Röhricht, Jerusalem, pag. 33. nota 4. Giustamente, in senso contrario, Belgrano. Ann. Genov., I. pag. liv, e Manfroni, pag. 103.