I. - I RURALI NELLA POLITICA. II dell'economia italiana, senza troppo fermarsi sulle contingenze del momento ; si riconoscerà che esso si sta avviando ad un equilibrio non troppo lontano da quello antebellico, salva la diversa sua espressione in moneta svalutata. Equilibrio sul quale senza dubbio pesano le deficenze e le sfortune antiche, aggravate oggi dall'accresciuta densità demografica, dalla più difficile emigrazione, dai più difficili scambi internazionali di merci, dalla maggior pressione tributaria ; ma sul quale splende pur sempre la meravigliosa virtù di lavoro e di sobrietà del nostro popolo rurale e l'innegabile progresso tecnico dell'agricoltura. Se la pressione tributaria, sotto la quale sembra oggi piegare la terra, libererà dall'assorbimento statale buona parte del risparmio italiano, e permetterà che esso si volga in larga copia ai campi, questi potranno ancora accrescere la propria fecondità . E se a ciò potrà congiungersi, in adeguata misura, lo sfollamento della mano d'opera rurale da taluni territori congestionati â⢠sia in conseguenza di un più intenso sviluppo di industrie adatte al nostro Paese, sia per ben diretta e protetta emigrazione â potremo allora guardar con piena fiducia al nostro avvenire agrario. Al quale avvenire, il Governo crede di portare, con l'azione e il programma che ho illustrato, un contributo solido ed efficace. Nulla di nuovo, forse ; nulla di particolarmente geniale in quel programma. Nulla di quelle brillanti formule e di quegli acrobatismi oratori di cui si deliziano i parlamentari e le folle. Nulla che non risulti, in modo semplice e schietto, da una considerazione onestamente obbiettiva dei nostri problemi rurali, e che non possa essere agevolmente attuato da una volontà di bene. Questo appunto, a mio avviso, è il compito dell'ora. Mentre tante vecchie formule dimostrano la loro vanità ; mentre tante distinzioni e dissensi si palesano esclusivamente verbali ; e non ancora vediamo, se non in uno stadio di elaborazione, le nuove idee e i nuovi miti â intorno ai quali possano onestamente distinguersi, con vantaggio o almeno senza danno della Patria, i partiti â vogliamo intanto silenziosamente operare, perchè sia realizzato quel molto di bene che è possibile, al di fuori e al di sopra dei dissensi ; quel molto di bene in cui convengono tutti coloro che una ferma volontà pongono devotamente al servizio dell'amore di Patria.