84 . FRA POLITICA ED ECONOMIA RURALE. L'agricoltura, d'altronde, in una serie di leggi fondamentali di quegli anni â per loro natura di lento effetto, ma che via via manifestano i loro benefici effetti â acquistava nuovi e migliori strumenti per la diffusione dell' istruzione agraria (riforma delle scuole agrarie, istruzione professionale ai contadini, rinvigorimento delle cattedre ambulanti di agricoltura) ; per un'azione forestale meglio aderente alla realtà italiana ; per il riordinamento, da molti decenni atteso invano, degli usi civici e dei domini collettivi ; per le bonifiche e trasformazioni fondiarie integrali, ecc. Insinuavano gli avversari che tutto ciò, in fondo, era una politica in favore del capitalismo. Certo, diceva il Duce, « io non credo che quel complesso di forze che nelle industrie, nell'agricoltura, nei commerci, nelle banche, nei trasporti, può essere chiamato col nome globale di capitalismo, sia prossimo al tramonto, come si è per lungo tempo asseverato da certi dottrinari dell'estremismo sociale. Una delle più grandi esperienze storiche, che si è svolta sotto i nostri occhi, sta a dimostrare che tutti i sistemi di economia associata, i quali prescindano dalla libera iniziativa e dagli impulsi individuali, falliscono più o meno pietosamente in un rapido volger di tempo ». Ma « non dite, ammoniva i socialisti, che noi faremo del servilismo verso la classe capitalistica. Siamo stati noi i primi a distinguere fra borghesia e borghesia. C'è una borghesia che voi stessi rimettete nel piano della sua storica necessità tecnica ; c'è una borghesia intelligente e produttiva, che crea e dirige le industrie, di cui non si può fare a meno. Se le classi capitalistiche sperano di avere da noi privilegi speciali, tali privilegi non avranno mai ». E alle folle lavoratrici, che si raccoglievano, acclamanti e aspettanti, intorno a Lui, Egli diceva parole di amore, ma di amore severo, in quei Suoi non discorsi nel senso tradizionale della parola, ma «allocuzioni, presa di contatto tra la mia anima e la vostra, tra il mio cuore e i vostri cuori ».â-«I miei antenati erano contadini che lavoravano la terra e mio padre era un fabbro che piegava sull'incudine il suo ferro rovente. Talvolta io da piccino aiutavo il padre mio nel suo duro, umile lavoro : e ora ho il compito ben più aspro e più duro di piegare le anime. A venti anni ho lavorato « con le mani » ; ho fatto il manovale ed il muratore. Ciò io vi dico non per sollecitare la vostra simpatia, ma per dimostrarvi che non sono e non posso essere nemico della gente che lavora.