XXXVI
introduzione
costituite, oltre che di metallo, di divise estere pagabili iu oro, permetteva di realizzare il risanamento monetario mondiale senza bisogno di un mutamento immediato sensibde deba distribuzione geografica dell'oro, e con una economia rilevantissima di questo, perchè (a prescindere pure dal risparmio del suo impiego nella circolazione interna) lo stesso metallo veniva fatto servire da base del credito due volte: una prima volta in forma di divise estere nei paesi che tenevano queste come riserve metalliche, e una seconda volta in forma dì metallo nei paesi in cui queste erano pagabili e in cui il metallo rimaneva qmndi di fatto in deposito. Il tipo a cambio aureo, insomma, doveva, nell'intendimento dei suoi ideatori, costituire una specie di impalcatura destinata a puntellare i prezzi mondiah. Ma appunto per ciò non poteva funzionare che nei biniti della sua resistenza. La quale, per le condizioni da esso stesso create non poteva essere che limitata. Dal dupbce impiego del medesimo oro come riserve bancarie, doveva infatti derivare uno stato di inflazione mondiale del credito, fonte di una situazione monetaria delicata e instabile. Per costituire la parte non metalbca delle loro riserve i vari paesi scelsero naturalmente di preferenza le divise estere dei paesi ritenuti monetariamente forti cioè le divise inglesi e nord-americane. E così al risanamento monetario mondiale si provvide mediante un sistema monetario, il cui funzionamento era subordinato alla fiducia nelle monete inglesi e americane, ma che, tornendo alle banche centrali dei vari paesi una massa enorme di crediti m dollari e sterline, suscettibib di essere convertiti alle rispettive scadenze nel loro equivalente metanico, mediante ritiri di oro da Londra e New York, intaccava fino dall'origine la sohdità di coteste monete. Inconvenienti gravi non si sarebbero tuttavia verificati, se la situazione economica del mondo fosse stata normale. Prima della guerra i vari paesi provvedevano ai temporanei squibbri della loro bilancia dei pagamenti anzitutto mediante prestiti esteri a breve scadenza. Oltre a ciò i tìtoli rappresentavano allora imo degli strumenti preferiti d'investimento internazionale dei capitali e servivano Quindi a pareggiare normalmente il saldo attivo della bilancia dei pagamenti dei paesi esportatori di risparmio (1). Ma appunto per ciò essi servivano anche da strumento occasionale di saldo internazionale; mentre 1 oro non fungeva normalmente che da mezzo sussidiario (2). Queste condizioni vennero meno nel dopoguerra. In primo luogo le monete della maggior parte dei paesi deprezzatesi durante la guerra, conservarono per molto tempo un grado di dubbia stabibtà. Quindi, non foss'altro che per questo, i paesi aventi una bilancia dei pagamenti sfavorevole difficilmente riuscivano a
(1) AftaliON, L'or et sa distribution mondiale, pag. 78-79. Paris 1932; Panno,
Le banche e il mercato monetario, pag. 366-369, Roma 1912.
(21 J S Mill Aciples of Politicai Econòmy, libro III, cap. XXI, § 4, pag. bz 628 della ediz. Lohgmans del' 1921; Goschen, The theory of the foreign exchanges, cap. VI, pag 125 e seg., London 1916; Bastable, The Theory of internaUonal Inule,
cap. III..pag. 49 e seg., London 1903.