9 Il Piano della città __________________________________________________________________ L’azione strategica richiede di operare a scale diverse. • A SCALA GLOBALE, • A SCALA REGIONALE, • A SCALA LOCALE occorre sostenere l’accessibilità a mercati lontani, a sistemi specializzati di informazione, ai luoghi alti della produzione culturale, per interscambi nelle due direzioni. Gli attori locali devono essere facilitati nella possibilità di partecipare a reti internazionali di cooperazione economica, scientifica e culturale, e a loro volta impegnarsi prioritariamente a sviluppare queste partecipazioni; è parte dello stesso obiettivo l’accesso, concordato fra attori pubblici e privati, locali e esterni, a programmi di sviluppo previsti e finanziati da organismi internazionali, in particolare l’Unione Europea. In generale, le città oggi si dotano in questo modo di una “politica estera”, e dei mezzi per realizzarla. è necessario estendere le funzioni organizzative e di promozione del territorio di cui una città è storicamente capitale, perché le possibilità di un successo comune dipendono dall’attivazione dell’area nel suo insieme, secondo le sue vocazioni; la realizzazione di infrastrutture per lo sviluppo, la localizzazione di università, centri intermodali, aeroporti, ospedali sono questioni che riguardano spesso più comuni dell’area regionale. Le possibilità strategiche e organizzative si definiscono però anche al di là dei confini prossimi tradizionali: si stanno infatti formando macroregioni, che oltrepassano anche confini nazionali sempre meno significativi oggi con la costruzione dell’Unione Europea. sono definite le principali azioni del Piano. La cura continua della città e la capacità di individuare obiettivi condivisi da attori pubblici e privati per investimenti di lungo periodo è l’obiettivo strategico fondamentale. Con una avvertenza: che ormai le città alle quali bisogna riferirsi sono ampie aree metropolitane, che devono trovare loro modi di pensarsi e organizzarsi nel rispetto delle diverse comunità locali. Questo già avviene in tutto il mondo. Il ruolo di Torino in Europa è favorito dalla sua localizzazione geografica, all’incrocio di importanti assi di sviluppo e corridoi di traffico in un ambiente naturale di elevata qualità. La posizione favorevole si accompagna a una attiva partecipazione a reti di cooperazione con altre città europee in ambito istituzionale, economico e universitario. Il contesto regionale è solido. L’area metropolitana torinese, una delle maggiori in Italia, è la cerniera di un Piemonte industriale fondato sulla grande impresa, un Piemonte industriale della piccola e media impresa, un Piemonte turistico, un Piemonte agricolo. La macroregione alpina è un’area forte dell’Europa all’interno della quale Torino ha storicamente avuto un ruolo centrale. Si tratta di un’area che sta riconoscendo e valorizzando le comuni risorse culturali e economiche: Torino, la più grande città d’Europa ai piedi delle Alpi, ne è la naturale capitale, che deve essere capace di realizzare pienamente la nuova aggregazione regionale in formazione. Gli studi comparativi sulle città indicano che Torino si colloca ad un livello intermedio della gerarchia europea e che come altre città deve affrontare una fase di riconversione e diversificazione; molte di queste, con le quali essa si trova oggi in competizione, hanno adottato un piano strategico: da tali riscontri è derivata la consapevolezza che doveva essere sperimentata la stessa strada. Al momento di lanciare la preparazione del Piano, il Sindaco dichiarava il 29 maggio 1998 in Sala Rossa: