8 Il Piano della città __________________________________________________________________ 1. Perché un piano strategico Le città vivono di relazioni economiche e culturali con l’esterno, sono nodi di reti che le collegano ad altre città e territori. Fino a metà del XX secolo, le reti avevano per lo più una dimensione regionale o al massimo nazionale; oggi si estendono a scala planetaria, sono connessioni e vie d’accesso a mercati e società lontane, che annullano però, al tempo stesso, le barriere protettive in ambito regionale e nazionale. Nelle nuove condizioni, ogni città con la sua area metropolitana deve rapidamente trovare una sicura collocazione, specializzando la propria offerta in modo da cooperare con città complementari e competere con successo con altre concorrenti. Il piano strategico è lo strumento che oggi le città si danno per individuare e promuovere le azioni necessarie alla crescita nel nuovo contesto mondiale. Il Piano strategico di Torino attiva l’interesse e la partecipazione paritaria degli attori politici, economici, sociali, in relazione a scelte su: • una visione condivisa per la città del prossimo futuro; • progetti economici di respiro internazionale, che garantiscano il futuro della società locale; • progetti che migliorino la qualità delle infrastrutture urbane e la coesione sociale. Il successo dell’ operazione dipende dalla capacità di affermare i valori culturali, economici, sociali propri della città come vantaggi competitivi specifici. Il piano strategico è in primo luogo un atto di fiducia in se stessi e esprime la volontà di fare conto sulle risorse e sulle capacità innovative della società locale. Attrarre dall’esterno nuove energie e capitali è la possibilità che si apre attivando e coltivando con intelligenza adeguate reti internazionali. Una città moderna è un sistema di attività complesso e differenziato. Per questo bisogna immaginare come rendere compatibili e potenziare più linee di sviluppo. Ciò richiede capacità organizzativa e modi nuovi di concertazione degli interessi, per scelte di lungo periodo concordate. Non è sufficiente l’azione della sola amministrazione pubblica; è necessario l’impegno attivo dell’intera collettività cittadina, in un clima di cooperazione. D’ altro canto la città vive e si sviluppa anche come un contesto di iniziative autonome dove la libertà di proposta e la capacità di innovazione devono essere riconosciute e sostenute. Per questo il Piano è uno schema aperto, continuamente rinnovabile, che non esaurisce le linee di possibile intervento e che fa appello all’iniziativa autonoma dei diversi attori della città.