La vita
che già ero in grado di immaginare la struttura dell'opera e mi parve che la sintesi di tutti quei pensieri e quelle sensazioni si raccogliesse nell'espressione Garten von Freuden und Traurigkeiten, cosi dopo due ore, quando la Kotkina mi ritelefonò, ero in grado di comunicarle il titolo dell'opera che avevo deciso di scrivere. Tanzer lo conoscevo già da qualche tempo; lo avevo incontrato a Mosca in circostanze un po' speciali. A lui era capitato di ascoltare qualcosa della mia musica al Festival di Wit-ten in Germania. Stava ascoltando il mio Quartetto n. 1 per archi e se ne stava seduto tra il pubblico con accanto sua figlia e Denisov, che lui, però, non conosceva. Fu molto impressionato da quel Quartetto e disse a sua figlia: «Devo assolutamente conoscere questo compositore», ma Denisov osservò: «Guardi che si tratta di una compositrice». La prima volta che capitò a Mosca Tanzer riuscì a sapere il mio numero di telefono da Schnittke e venne a trovarmi portandomi in regalo i suoi libri. Avevo praticamente finito di comporre Garten von Freuden und Traurigkeiten quando mi venne in mente di fare una postdedica prelevandola non dalle poesie ma dai diari di Tanzer. Così disposi che alla fine del pezzo non uno speaker ma uno dei tre interpreti recitasse con voce calma e non troppo acuta una frase di Tanzer in cui all'idea della fine del tutto viene sostituita quella di un'eterna continuità. Un finale recitato ad libitum, che però all'ascolto mi lascia un po' perplessa. Dare a un'opera musicale un epilogo narrativo non è facile; mi piacerebbe riuscirci una volta o l'altra, ma bisogna poter trovare una scala di modulazioni che dal mondo dei suoni conduca spontaneamente a quello della parola.
Ancora nel 1981 Lei ha scritto la Sonata Radujsia [Giosci] per violino e violoncello su richiesta di Natal'ja Gutman e di Oleg Kagan, i quali però ne hanno dato la prima esecuzione solo nel 1988 al Festival di Kukmo in Finlandia. Come mai un così lungo intervallo di tempo tra la composizione e la prima esecuzione dell'opera?
Questo è dipeso dai problemi familiari di Natal'ja Gutman e Oleg Kagan. Lei si era appena trovata nella necessità di fare operare il suo bambino e per questo motivo dovettero portarlo in Finlandia: in tali condizioni non erano in grado di affrontare lo studio di un'opera così impegnativa. Il ritardo giunse però a proposito, perché ebbi così l'occasione di realizzare una seconda stesura dell'opera che mi sembra decisamente più riuscita della prima.
La Sonata Gioisci è articolata in cinque movimenti e ho letto da qualche parte che ciascun movimento è stato ispirato dalla lettura delle Lezioni Spirituali del filosofo Grigorij Skovoroda, un personaggio vissuto fra il 1122 e il 1794 soprannominato "il Socrate russo".
Trascorsi tutta l'estate del 1980 leggendo due volumi con le opere di questo importante filosofo, e alla fine mi risolsi a prendere alcune
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