Henze
possono essere osservati, tenendoli scissi dal lungo sviluppo evolutivo; come animali rivendichiamo i nostri massimi diritti e, reagendo ad essi come esseri umani, facciamo le nostre più profonde esperienze umane.
Hans Werner Henze Il nuovo teatro musicale
Oggi mi sono prefisso di parlare del nuovo teatro musicale, assumendo per tema un'opera dal titolo We come to the River scritta da Edward Bond e me. La partitura è stata completata appena da due mesi e a lavoro finito non ho più voluto pensare a questa musica. Da allora è trascorso solo poco tempo, ma cercherò lo stesso di dare un resoconto su questo lavoro.
Fondamentalmente esso ebbe inizio dieci anni fa, al termine dell'opera Die Bassariden, che richiama ancora una volta la forma del dramma musicale e la fonde con quella della sinfonia. Dopo quel lavoro, in cui avevo fatto trasparire nella mia musica il pensiero tragico (pieno di pessimismo cattolico) di W.H. Auden e - cosi mi sembrava - completamente esaurito i miei mezzi espressivi, non riuscii più a pensare al teatro musicale se non come ad una forma destinata a sopravvivere in una specie di immobilismo arcaico. Eppure il teatro era ed è la mia sfera d'azione e ad esso debbo sempre tornare. La mia musica spinge alla gestualità, alla corporeità, alla visualizzazione; intende se stessa come dramma, componente interiore della vita, che non potrebbe esistere nell'astinenza o in una dimensione privata e domestica.
Nel decennio tra Die Bassariden e We come to the River il mio modo di comporre è stato dunque in continuo movimento - lontano dall'universo ebbro ed edonistico di baccanti e menadi - verso i contemporanei, i carnefici e le vittime che la nuova composizione ha per soggetto. E stato un percorso pieno di difficoltà, artistiche e morali; un periodo di studio ed esercizio, e lavori come El Cimarrón, Natascha Ungeheuer e La Cubana vanno visti come passaggi preparatori. In questo periodo la mia musica è diventata sempre più chiara e definita, sempre più veicolo di messaggi, di contenuti identificabili. La sua sintassi è trasparente, il suo vocabolario - il mio vocabolario, che proviene dalla storia e dall'antichità - si è consolidato e ampliato nel proprio carattere lirico e diretto. Non c'è stato alcun cambiamento di stile (per quanto si possa definire con il concetto di "stile" e tentare di inglobare in esso). Lo stile come
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