Nono Es. 5. Estratto da p. 17 della partitura (“...heraus in Luft und Licht...”) e dalla “scala enigmatica”. nell’uso di intervalli, ottave e timbri, ottenibili plasmando il materiale, compaiono nella frase; tuttavia, grazie alla specifica tecnica compositiva, la molteplicità dei dettagli si fonde in unità: i singoli suoni presentano numerose interrelazioni, si rispecchiano l’uno nell’altro. Questa sintassi musicale ha evidentemente un metodo ma non obbedisce ad un “sistema” rigido; non si ravvisa un asse di simmetria valido per tutte le immagini riflesse. Questa citazione Nono l’ha estratta dalla prima strofa della poesia Diotima, nella quale il giovane Hölderlin parla con veemenza, in festose metafore primaverili, del risveglio a una nuova e insospettata ricchezza della vita e della felicità, della percezione di una nuova vitalità ottenuta dall’esperienza dell’amore. Nono ha trasfuso completamente il significato del testo poetico nella struttura musicale, sviluppandovi la pienezza del potenziale melodico, armonico e d’impiego degli intervalli insito nel materiale di partenza. Il patrimonio musicale latente emerge “all’aria e alla luce”, reso vivo e facondo dal suono; si muove liberamente nello spazio sonoro ma senza abusarne (non c’è ostinazione delle voci in una condizione sonora, una volta raggiunta); si manifesta in forme molteplici e reciprocamente affini (come dimostrano le “immagini riflesse”), ma non identiche tra di loro (come attesta la mancanza di una linea centrale di riferimento unitaria). Questa struttura compositiva consente di leggere il frammento “...heraus in Luft und Licht...” come simbolo musicale di possibilità umane concrete: possibilità di liberazione dal dominio, dal potere, dalla coercizione; libertà di fronte alla realtà “reale” e a quella potenziale; libertà verso il possibile, la fantasia, la vitalità, l’amore, la felicità, l’utopia 31. Un altro universo musicale si schiude, per esempio, nel frammento “...einsam... fremd sie, die Athenerin...”, che segue immediatamente “...ins Weite verfliegend...”. Qui predominano i suoni ruvidi e freddi delle corde basse sfregate contemporaneamente con il legno e i crini dell’archetto, l’intervallo di quinta Sol-Re viene lambito e variato da semitoni e quarti di tono; seguono i suoni altrettanto cupi, ma più penetranti e ricchi, generati nel breve settore tra cordiera e ponticello. Il timbro collega questo frammento a quello, molto successivo, di “...Schatten, stummes Reich...”, in cui si adotta, con valore comparativo, il suono col legno delle corde basse, prodotto direttamente al ponticello e a questo modo quasi spogliato della 194