Schnittke (secondo movimento); poi essa viene portata all assurdo, alla distruzione stessa (terzo movimento), fino alla rinascita su un diverso piano nel contesto “mitologico” (comprensivo di tutte le epoche) della psicologia e del comportamento dell’uomo contemporaneo. La Terza Sinfonia pone in evidenza il carattere paradossale di una sinfonia classica inserita nel contesto della realtà di oggi; da un lato, essa offre un aspetto di grande attrazione come strumento logico di conoscenza solido e interamente umano, dall altro, abbiamo l’impossibilità di rendere assoluto il principio della semplice rianimazione del suo volto museale. La costruzione musicale sulla sigla B-A-C-H, che chiude l’Adagio, benché ci rimandi simbolicamente a un passato “razionale”, diventa in ralta una postfazione extra-strutturale all’intero ciclo, lasciando in tal modo aperta la composizione. È lo stesso compositore a riconoscere che nella propria attività creativa ha sempre oscillato tra due tipi di lavori: alcune opere sembrano nascere spontaneamente, emergendo come un “regalo” inaspettato, altre vengono accuratamente calcolate e strutturate sulla base di innumerevoli abbozzi. La Quarta Sinfonia appartiene senza dubbio al secondo tipo. Si tratta infatti di un ciclo di variazioni su tre temi, uniti da una comunanza di intonazione ma rappresentanti diverse tradizioni spirituali: cattolica, giudaica e ortodossa. La fede nella possibilità di un unione tra queste tradizioni, sorte in differenti condizioni storiche, costituisce il perno drammaturgico della Quarta Sinfonia. «In questa sinfonia — afferma Schnittke — ho lavorato alla stilizzazione della musica liturgica di tre diverse confessioni religiose: ortodossia, cattolicesimo e protestantesimo [vi troviamo infatti elementi della salmodia, del corale luterano e dell alleluia dei corali gregoriani]; ho lavorato inoltre sui canti sinagogali e ho cercato di scoprire, pur nelle differenze, una qualche unità originaria». Nella Quarta Sinfonia Schnittke si rivolge alle forme canoniche delle Passioni, un ciclo a cui si dedicarono molti compositori, da Schütz a Pen-derecki. Parole e testo in quanto tali tuttavia mancano e le immagini sono interamente affidate al corpo strumentale. Le parti della voce solista (tenore-controtenore, uno o due interpreti) e del coro divengono il naturale proseguimento delle linee strumentali nei momenti culminanti della sinfonia (abbiamo ad esempio l’assolo del tenore nella variazione legata alle sofferenze terrene di Gesù). Nella Quarta Sinfonia manca un programma nel vero senso di questa parola, anche se il canovaccio delle Passioni assume contorni abbastanza netti. La struttura ricorda il rosario (la rosa come simbolo della Madonna) con cui il fedele si rivolge ai quindici misteri. Dice Schnittke: I quindici misteri, sono racchiusi in tre cicli di cinque: misteri gaudiosi, dolo-rosi e gloriosi. I misteri gaudiosi sono l’annunciazione, la visitazione di Elisa-betta, la nascita di Cristo, la presentazione al tempio (circoncisione) e Gesù che parla ai dottori nel tempio di Gerusalemme. I cinque misteri dolorosi sono la preghiera di Gesù nell’orto del Getsemani, la flagellazione, la corona di spine, la salita al Calvario, la morte sulla croce. E infine i cinque misteri gloriosi: 140