27 stività nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Nel Regno Unito in particolare la gravità della crisi economica attraversata da alcune grandi città, quali ad esempio Liverpool, Birmingham e Manchester, ha dato luogo negli anni ’70 alla adozione di leggi nazionali per la loro rivitalizzazio-ne economica. L’Inner Urban Areas Act del 1978 approvato dal governo laburista costituisce l’avvio di queste esperienze che, come segnala il nome della legge stessa, devono agire suìì’inner city, su quella porzione del territorio metropolitano che si estende fra il nucleo storico centrale intensamente terziarizzato e i sobborghi dell’hinterland', si tratta cioè della periferia urbana nata con l’industrializzazione ottocentesca e progressivamente saturata dalle successive ondate di sviluppo. È questa la parte di area metropolitana maggiormente condizionata dalla presenza di impianti produttivi ormai obsoleti o dismessi, da un patrimonio abitativo in degrado, da una bassissima qualità ambientale, dalla maggior concentrazione di disoccupati e di minoranze etniche, da un caotico utilizzo e da un assetto proprietario fortemente parcellizzato dei suoli. La nuova attenzione dedicata ai problemi delle inner cities si accompagna ad un riorientamento delle politiche urbane precedentemente dedicate al decentramento e considerate almeno in parte responsabili dell’attuale crisi, e a riforme del governo locale volte ad attribuire maggiori competenze ed autonomia finanziaria e decisionale in materia economica al livello metropolitano. Allo scopo di invertire le tendenze di crisi deW’inner city il governo laburista agisce prevalentemente attraverso politiche di riqualificazione ambientale e di miglioramento dello stock abitativo e di servizi che dovrebbero richiamare le imprese all’interno del tessuto urbano. Il passaggio di potere ai conservatori non modifica 1 attenzione dedicata alle aree centrali, ma sposta l’accento sulla promozione di un sistema di incentivi alle imprese altrimenti riluttanti a rimanere o a insediarsi in queste aree. Lo strumento principale in cui si confida per ottenere risultati positivi è costituito da una ampia deregulation che potrebbe rendere di nuovo appetibile la localizzazione urbana delle piccole imprese, anche in assenza di rilevanti impegni finanziari pubblici. L’esempio più «radicale» di questa ventata liberista è rappresentato dalla molto discussa esperienza delle Enterprise Zones, sorta di zone franche in cui incentivi economici, esenzioni fiscali, ridotti controlli burocratici, procedure pianificatorie semplificate, minima richiesta di informazioni statistiche da parte della amministrazione locale dovrebbero favorire un’intensa dinamica di localizzazione di piccole imprese. Anche se i risultati di questa politica, tuttora in fase sperimentale, non possono essere appieno apprezzati, anche per la scarsità delle informazioni statistiche disponibili implicita nella misura stessa, nume-