Ili che si vuole pianificare, cioè scegliendo obiettivi e contenuti del piano in funzione di interessi o problemi che non sono tutti gli interessi e i problemi della città, considerata nella sua intera dimensione spaziale e sociale» (Mazza, 1985). «La domanda silenziosa, che non ha modo di esprimersi, debolmente organizzata, rischia di non trovare risposte; tipicamente resta senza risposta la domanda che si colloca su orizzonti temporali e spaziali più estesi» (Secchi, 1985). d. L’urbanistica per progetti d’architettura. Qui il campo di attenzione è variegato e si esprime in forme diverse, seppur convergenti, siano esse volte ad elaborare una sistematica delle uniformità o delle varianti nei processi di strutturazione urbana: alla ricerca della regola ordinatrice di una presunta morfogenesi endogena del sistema spaziale; o a concepire l’ipotesi progettuale come «experimentum» in senso ba-coniano, che rifiuta tanto la deduzione verbalistica da fini generali quanto il descrittivismo pragmatico a suffragio di convenienze particolari; o a ricostruire la natura propria dello «sguardo dell’urbanista»: «di ciò che gli urbanisti hanno visto e vedono nella città e nel territorio, di come hanno delimitato il loro campo di osservazione, di come hanno selezionato e selezionano al suo interno alcuni oggetti come meritevoli di attenzione, di come ne hanno descritto e ne descrivono le proprietà, i rapporti, di come hanno dato e danno loro senso» (Secchi, 1984), o a recuperare come forma propria dell’intelligenza urbanistica una selettiva sensibilità impressionistica nel cogliere tradizione e mutamento nel paesaggio urbano, sottolineando il valore dell’impressionismo e della memoria nella progettazione della qualità urbana (De Carlo, 1986); fino a risalire alla poetica rossiana — che è ormai tradizione imperiosa — della costitutività dell analisi urbana e della memoria collettiva nella costruzione dell’architettura della città. Orbene, tra questi autori non esiste alcuna omogeneità culturale, nondimeno affine è il motivo ispiratore: il riconoscimento del ruolo infungibile della soggettività nella percezione e nella trasformazione creativa della particolarità del «luogo». 3. Sentieri interrotti ... e percorsi ritrovati La differenziazione della società complessa produce, soprattutto nel suo luogo di massimo accumulo, la metropoli, una realtà spaziale frammentata a tal punto da non poter essere né compresa né governata nel suo insieme. Così «il successo dei progetti di architettura è indica-