47 Ma è possibile, e corretto, nel caso dell’area metropolitana milanese parlare di deindustrializzazione? Recenti approfondimenti hanno sottolineato come appare improprio utilizzare tale termine per indicare fenomeni che si svolgono alla piccola scala territoriale (il singolo comune, anche di grandi dimensioni), mentre appare più idoneo se riferito ad aree integrate e polifunzionali di sufficiente ampiezza (provinciale o regionale). Inoltre, non sembra corretto connotare con questo termine tutti quei processi in cui si manifesta una caduta del livello o della quota relativa dell’occupazione industriale in una certa area: infatti una riduzione anche sostanziosa dei livelli occupazionali nell’industria può essere l’effetto di processi di ristrutturazione che, attraverso l’elevarsi della produttività media, consentono un’espansione, anche maggiore di quella media nazionale, della produzione industriale in una certa area. In conseguenza, con il termine deindustrializzazione si deve intendere un processo che tende ad avvitarsi in un «circolo vizioso», in cui la riduzione assoluta dell’occupazione industriale si accompagna a una crescita della produttività assai lenta o finanche negativa in termini reali. Il modello seguito dalla Lombardia e dall’area metropolitana sembra essere in parte differente. Non è possibile parlare di deindustrializzazione in questo caso in quanto: a. la riduzione occupazionale non si è manifestata altro che negli ultimi anni in Lombardia, e anzi nel decennio 1971-81 si è manifestato un aumento, nonostante il già elevatissimo livello di industrializzazione ( + 3,5%); b. il movimento industriale in uscita dall’area centrale è stato in larga misura catturato dalle aree circostanti, interne o immediatamente confinanti con l’area metropolitana; c. i servizi, per la parte che è venduta come bene intermedio all’industria (oltre il 50% in Lombardia, secondo le più aggiornate ricerche con le tavole input-output), costituiscono un tutto unico dal punto di vista economico con l’industria stessa, il «nuovo modo di fare industria». L’area metropolitana milanese perde il 10% dell’occupazione industriale, ma aumenta del 18,5% l’occupazione nei servizi; d. la produttività nell’industria a partire dagli anni 1978-79 ha preso ad aumentare a ritmi superiori alla media nazionale, e pure alla media del complesso dei paesi europei. Anziché di deindustrializzazione, sembra pertanto più appropriato parlare, per i fenomeni verificatisi nell’ultimo decennio, di «diradamento industriale». Questo termine evoca infatti due elementi peculiari: il calo dell’occupazione industriale dell’area metropolitana e la nuo-