28 rosi studi hanno avanzato una serie di perplessità sulla sua efficacia ai fini della rivitalizzazione economica del tessuto urbano. Il settore privato non sembra aver mostrato significative propensioni a localizzarsi in queste aree, date le bassissime qualità ambientali e gli alti costi di riconversione che occorre sopportare rispetto ai vantaggi che derivano dal localizzarsi in greenfield sites. Non lo sono a maggior ragione in particolare le imprese di grandi dimensioni e soprattutto le imprese multinazionali molto sensibili alla qualità ambientale, al livello di accessibilità e alla disponibilità di un patrimonio di edilizia residenziale in buone condizioni. Né d’altra parte le piccole imprese tradizionali, in una situazione di recessione in cui si ridimensionano ampiamente le quantità di attività foot-loose, possono contribuire ad attenuare efficacemente i problemi occupazionali. Gli effetti combinati degli incentivi offerti da una deregolamentazione radicale possono certamente avere un’influenza marginale sulle decisioni di investimento, ma possono altresì, come di fatto sta avvenendo, contribuire a ridurre ulteriormente la qualità ambientale per il fascino che esercitano nei confronti di funzioni terziarie non qualificate (magazzini, depositi per containers, commercio al dettaglio) (Lawless, 1981; Home, 1982). Per concludere, sia che il tentativo di trattenere le imprese industriali, e in particolare le imprese tradizionali ad elevata intensità di manodopera, venga perseguito attraverso il controllo pubblico delle destinazioni d’uso del territorio metropolitano, sia che lo stesso obiettivo venga invece perseguito con una deregolamentazione estesa, sia ancora che si privilegino politiche mutuate dallo strumentario delle politiche regionali, una strategia di difesa e di conservazione della base economica urbana in declino sembra aver sortito risultati deludenti per quanto riguarda la rivitalizzazione metropolitana. Questo giudizio, oggi ampiamente condiviso, ha dato luogo negli anni ’80 a nuove riflessioni e a nuove ipotesi di intervento. 3. Gli anni ’80: verso una strategia di rivitalizzazione metropolitana Il vasto gruppo di politiche sperimentate negli anni ’70 per attenuare il declino metropolitano sembra essersi complessivamente orientato ad attenuare i sintomi, piuttosto che a rimuovere le cause del fenomeno stesso. Ciò si è verificato sia nella loro versione più spiccatamente redistributiva e assistenziale che nella versione neoliberista e deregolatrice. L’insoddisfazione per i risultati ottenuti ha però consentito una riflessione puntuale sulle strategie più idonee per la ristrutturazio-