49 aree attualmente ad uso industriale e localizzate prevalentemente nel Nord Milano: molte di queste aree sono già inserite in piani di lottizzazione e in Ppa, mentre le porzioni a NO e a SE del territorio comunale sono inserite nel quadro strategico più ampio del Documento direttore e dei relativi Progetti di area. Nella definizione delle strategie di recupero e di riutilizzo delle aree industriali dismesse emergono alcuni nodi problematici cui non può certo risultare estraneo, o in posizione marginale, l’intervento dell’operatore pubblico e in particolare del governo locale. Nella realtà finora si è prevalentemente seguita una strategia di riconversione che affronta il problema in termini congiunturali e del caso per caso: una strategia articolata sul breve periodo che sostiene e asseconda i processi di riutilizzo spontaneo delle aree dismesse, privilegiando il subentro di attività industriali o terziarie, con lo scopo di contenere da un canto le perdite occupazionali e dall’altro i costi sostenuti dalla parte pubblica. È la strategia adottata negli ultimi anni dai comuni dell’hinterland e che di fatto ha costituito un supporto agli obiettivi dell’imprenditore-proprietario prevalentemente orientato alla esclusiva appropriazione della rendita: l’amministrazione locale si assume in questa ottica il compito di predisporre tempestivamente piani di lottizzazione per favorire il rapido riutilizzo delle aree liberate. Ma in prospettiva tale strategia non appare la più idonea, perché le aree dismesse saranno sempre più numerose, sia in localizzazioni centrali che periferiche; e perché già oggi non appare adeguata per affrontare il problema del riutilizzo di ampi spazi vuoti resi disponibili per la chiusura di grandi impianti industriali: in questo caso sembrerebbe più opportuno elaborare un programma di riconversione totale del loro utilizzo e di sostituzione funzionale che tenga conto della loro maggiore o minore centralità, della loro maggiore o minore accessibilità, delle funzioni di livello metropolitano che occorre sostenere e promuovere, delle qualità ambientali di cui è necessario che l’area metropolitana sia dotata. Ma come si colloca il Progetto Bicocca rispetto ai programmi urbanistici per Milano? In primo luogo occorre sottolineare che la proposta di insediamento di un polo tecnologico (PT) nell’area Bicocca non ha origine da una iniziativa dell’ente locale, ma piuttosto dai piani aziendali del gruppo Pirelli che, in una strategia di razionalizzazione del proprio assetto produttivo e ubicazionale, decide il trasferimento di gran parte dei comparti di produzione, consolidando l’area Bicocca per le funzioni terziarie del gruppo e mettendo a disposizione per la progettazione