mercato - la quantità domandata dal cittadino-utente, la quantità offerta dall’ente pubblico e quella effettivamente erogata per i numerosi ed eterogenei servizi pubblici affidati agli enti locali. Sui valori nominali di tali costi relativi al bilancio 1983 e 1984 sono state effettuate elaborazioni al fine di depurarli dalle variazioni meramente inflazionistiche, elaborazioni che hanno permesso così di disporre di dati a prezzi costanti per due esercizi distinti su cui condurre confronti più significativi e fondati, soprattutto al fine di evidenziare l’andamento delle variabili «reali», vale a dire le quantità dei fattori produttivi impiegate e le quantità di prodotto ottenute (14). Il metodo a cui si è ricorsi, consapevoli dell’esistenza di margini di arbitrio inevitabilmente insiti in calcoli di questo tipo, consiste nell’usare come base i prezzi 1984 e, quindi, nell’«inflazionare» i valori 1983 (15). Nella tab. 2 sono riportati i risultati di tali elaborazioni, assieme ai valori totali dei costi diretti e delle quantità di prodotto, relativi ai quattro servizi per cui l’indagine è stata ripetuta. Su di essi si possono sviluppare, in estrema sintesi, le seguenti considerazioni: a. gli incrementi dei costi totali a prezzi costanti sono stati abbastanza contenuti e, nel caso delle scuole materne, si assiste anzi ad una diminuzione, effetto della politica di contenimento dei costi e di razionalizzazione delle strutture che l’amministrazione aveva cominciato ad attuare; b. gli incrementi dei costi unitari, invece, sono stati molto più elevati ed in un solo caso (cioè quello dello stato civile) si può registrare una riduzione. Questa contrapposizione è di fatto determinata dai diversi andamenti rilevabili per l’attività svolta dai centri di costo: là dove questa è diminuita, soprattutto in seguito alla flessione della 14. Questo è, come noto, un problema che presenta risvolti delicati e che è stato di recente oggetto di intenso dibattito proprio con riferimento all’opportunità stessa ed alle modalità con cui deflazionare i valori di contabilità nazionale per analizzare la crescita della spesa pubblica in un contesto macroeconomico. Per una rassegna, con verifica econometrica, dei più noti modelli di crescita del settore pubblico cfr. Berry e Lowery, 1984. 15. Per un’analisi del metodo adottato più dettagliata in quanto riferita a ciascuna voce di costo, si rinvia a Ceep, 1985, ed, in particolare, al capitolo «I carichi di lavoro pro-capite e la variazione dei costi medi unitari 1983-84 a prezzi costanti». 532