soltanto la diversificazione territoriale degli interventi pubblici, e non necessariamente la loro realizzazione attraverso governi locali. Questo contributo intende fornire una lettura critica degli studi che hanno per oggetto le ragioni del decentramento e, al tempo stesso, esplorare nuovi campi di indagine che si dimostrino tendenzialmente più produttivi ai fini della formulazione di una credibile teoria normativa del tema in questione. 2. La natura di talune produzioni pubbliche e le ragioni del decentramento Le analisi che hanno per oggetto la scelta tra la centralizzazione ed il decentramento delle scelte pubbliche risentono in misura determinante dell’influenza esercitata dal contributo di Musgrave, 1959 (2). In particolare, accogliendo le tesi di questo autore, i vari contributi affrontano l’argomento in questione assumendo che solo gli interventi di tipo allocativo possano formare oggetto di eventuali decisioni decentrate; redistribuzione, stabilizzazione e sviluppo debbono invece rappresentare materia di esclusiva competenza del potere centrale. Vi sono, invero, numerose ragioni per dissentire almeno in parte da questo tipo di approccio e per sostenere quindi che l’oggetto del decentramento può andare ben oltre la semplice produzione di beni e servizi. In accordo con la semplicità della tradizionale impostazione del tema, preferiamo però trascurare, almeno per il momento, le complicazioni che deriverebbero dal tentativo di generalizzare lo spettro delle possibili branche dell’intervento locale. Se si restringe l’indagine al campo della produzione di beni e servizi, la letteratura appare concorde nell’affermare che i fondamentali presupposti per un possibile decentramento sono rappresentati: a. dalle caratteristiche proprie di talune produzioni pubbliche; 2. Pola, Rey (a cura di), 1979, in particolare l’Introduzione, nonché il contributo di Musgrave, riportato nella stessa raccolta. 76