svolgere, nel senso suggerito da taluni studiosi (10), con la prestabilita elencazione dei ruoli per ogni differente ordine di governo. Per quanto ci concerne è utile ammettere 1’esistenza di assemblee a due o più livelli di autorità, nelle quali agiscono i soggetti prescelti elettoralmente ad almeno un paio di diversi tipi di giurisdizioni. Si suppone che, a costituzione approvata, i rappresentanti possano incontrarsi periodicamente, sia per coordinare la propria azione in conformità alle leggi vigenti che per pervenire ai necessari aggiustamenti richiesti dai cittadini-contribuenti; questi ultimi sono per ipotesi insoddisfatti dell’attuale assegnazione dei diritti e delle responsabilità, ma hanno dei vincoli di mobilità (11). Le assemblee bilivello sono pertanto un luogo in cui si instaurano rapporti di scambio politico dei poteri e/o delle funzioni, con la possibilità di negoziare quando c’è una divergenza tra domanda ed offerta. La prima dipende dalle preferenze dei politici interessati alla (ri)elezione, dalla distribuzione relativa della potestà di controllo sulle risorse scarse - ossia dalla ripartizione iniziale delle basi imponibili - e dal costo crescente di rilevare nuove funzioni. Si condivide la tesi che l’aumento della centralizzazione del sistema comporta una maggiore coercizione (12) e che vi sarà probabilmente una certa riluttanza dei rappresentanti delle singole giurisdizioni a provocare, con la cessione dei poteri, una lievitazione dell’onere gravante sui propri amministrati e soprattutto un prevedibile crollo dei consensi politici. L’offerta dei diritti di esercitare la coazione, invece, è per sua natura assai esigua, sia per il ridotto numero dei poteri contrattabili, sia in quanto alcuni dei medesimi hanno valore soltanto a certi livelli di governo. 10. Per la distinzione tra assemblee monolivello e plurilivello, nonché per il contenuto e la valenza esplicativa delle tavole di assegnazione costituzionali, si rimanda a Breton e Scott, 1978, cap. 6, pp. 62-67. 11. Qualora non sia data l’immobilità dei soggetti, vale naturalmente il noto approccio di «votare con i piedi» elaborato da Tiebout, 1956. Sull’argomento si veda anche Zodrow (ed.), 1983. 12. Cfr. Breton e Scott, 1978, ed in particolare il cap. 10, pp. 111-130. L’analisi di tali autori è svolta utilizzando, oltre alla tavola di assegnazione data, un «coefficiente di centralizzazione» all’uopo definito. 57