Un assunto a nostro avviso realistico è che il membro centrale si presenti, nelle assemblee a più livelli, di norma quale acquirente, per il fatto di collocare un elevato valore nella capacità di decidere nei confronti dell’intera collettività o di gran parte di essa, ed altresì perché, semplicemente, ha già gli imponibili a gettito maggiore ed è in grado di spendere di più sul mercato dei poteri. D’altro canto, ai politici degli enti inferiori può essere conveniente accettare, entro certi limiti, una contropartita dell’eventuale riassegnazione delle funzioni e delle responsabilità. Come è stato fatto notare da taluni studiosi (13), i trasferimenti di notevoli mezzi finanziari dal centro verso la periferia, denominati grants-in-aid intergovernativi, hanno forse origine da politiche di scambio nel senso indicato e permettono agli enti di destinazione di non dover applicare, formalmente, nuove imposte e tasse sui loro cittadini; è logico che, se si accetta questa spiegazione, i rappresentanti locali possono avviare compravendite di poteri col governo centrale per incrementare, seppure paradossalmente, i loro suffragi popolari e la probabilità di restare in carica. Comunque sia, negli incontri con l’esponente nazionale, i soggetti provenienti dalle autorità minori sono a volte uniti nel condividere certi ordini di preferenze, in conseguenza magari di precedenti consultazioni e di ulteriori attività di scambio, o di log-rolling, tra loro. Il prezzo spuntato per la riassegnazione dei poteri sarà probabilmente più basso allorché si ha una serie di alleanze tra i rappresentanti locali, rispetto a quando si forma una sola grande coalizione, dal momento che l’accresciuto numero dei componenti, e quindi delle opinioni, fa aumentare il grado di competitività delle stesse. Il risultato finale riflette perciò meglio le stime di ciascun contraente sul mercato. E’ palese, in quanto esposto, l’analogia con le categorie tradizionalmente impiegate nell’analisi economica: una situazione più vicina alla concorrenza perfetta, nel caso di molteplici gruppi di politici eletti in differenti giurisdizioni, impedirà che l’assemblea si 13. Vedasi, per ampi commenti, l’impostazione ancora di Breton e Scott, 1980, soprattutto il cap. 3, pp. 27-42, circa le assemblee bilivello. 58