Ipotizzando la differenziabilità delle funzioni f, gP xP a, ck, t, le condizioni del primo ordine implicano: SU 5X, -X P ,r d±h " &•'* dX,+* = ,8X, + W SX, = 0 5t/ SA rdxj !i Se* Si' - dA, k=iòAj SA, j = 0 n + m Ai *7* V /, = ! * = 1 I PIxh + lck + wI E i',.+ Z f": -s=0 dove: dxh/dXi e dx/dA. sono i vettori delle derivate parziali di x. e ^ rispettivamente; SeJ Sx, e Sck/8Aj indicano, a carattere generale, il costo marginale dell’input pubblico relativo ai beni X; e Aj rispettivamente. Poiché nulla può dirsi, in termini generali, del sistema tariffario previsto per acquisire gli input del settore pubblico, il costo marginale può essere in particolare nullo se ck è costante. Si ottiene dunque: — 5X, s(7 M, 1 ) ----+ vv — * = &Y, ~ 5c. Si"- P ~7~+ + - Aj t = 1M, 5Xj cm, CtTlj (8) Il rapporto tra le utilità marginali dei due beni X; e A; deve uguagliare il rapporto tra i loro costi marginali, cm/cmr Questi costi marginali sono i prezzi «ombra» dei beni utili, i quali sono misurati dai prezzi degli input di beni e dal prezzo implicito del tempo necessario a produrli. In questa formulazione, dunque, l’individuo produce due categorie di beni utili; e tali beni utili vengono prodotti in quantità che massimizzano una funzione di utilità dell’insieme dei beni soggetta unicamente al vincolo del reddito pieno. 96