politico a percepire il problema stesso! Infatti, una domanda politica insoddisfatta rimane tendenzialmente alta, con un’apparente giustificazione della stessa concorrenza politica. Ma il tutto avverrebbe in maniera forzosa, in quanto quella elevata domanda sarebbe proprio dovuta alla disattenzione nei confronti del momento esecutivo e dei risultati concreti. E’ per uscire da questo circolo vizioso, cioè dal rischio di girare a vuoto in cui incorre la concorrenza elettorale, che nasce l’esigenza di un diverso e complementare tipo di concorrenza, che investa l’attenzione alle soluzioni, coinvolgendo il procedere e l’attività della amministrazione pubblica concreta. Queste osservazioni vogliono solo costituire un’occasione per arricchire di nuovi contenuti il dibattito sul decentramento e, di riflesso, sulle riforme istituzionali oggi in discussione. Il cammino verso un’effettiva democrazia è lungo e in buona misura investe il problema di come controllare e vincolare l’esercizio del potere politico. E’ questo un terreno su cui gli economisti possono fornire un contributo non disprezzabile. Bibliografia Breton A., 1985, «Introduction to a Theory of Competitive Federalism», Report of the Royal Commission on the Economic Union and Development Prospects for Canada, voi. 3, Ottawa, Minister of Supply and Services, pp. 486-526. Breton A., Scott A., 1978, The Economic Costitution of Federal States, University of Toronto Press, Toronto. Galeotti G„ 1987, «Political Exchanges and Decentralization», European Journal of Political Economy, in corso di pubblicazione. Galeotti G., Breton A., 1986, «An Economie Theory of Political Parties», Kyklos, voi. 39, pp. 47-65. Oates W.E., 1972, Fiscal Federalism, Harcourt, Brace, Jovanovich, New York. Wintrobe R„ 1987, «Competitive Federalism and Bureaucratic Power», European Journal of Political Economy, in corso di pubblicazione. 51