nel senso che l’adozione o meno di leggi a livello nazionale o locale dipende dalla struttura federale o unitaria. Il ragionamento ha rilevanza anche per gli enti locali minori, a condizione che dispongano di un qualche potere regolamentativo, come vedremo nell’esempio che segue, che riguarda la regolamentazione degli esercizi commerciali. Supponiamo che i cittadini siano contrari in generale ad un’estensione della normativa di controllo degli esercizi commerciali, ad esempio degli orari di apertura, perché ritengono che il costo sia eccessivo e che sia meglio far giocare la concorrenza. In un sistema unitario, dove regioni ed enti locali non hanno competenze in materia, il commercio sarebbe liberalizzato secondo una normativa uniforme su tutto il territorio nazionale. Supponiamo invece che la costituzione affidi la regolamentazione del commercio alla competenza locale, o regionale. Siamo dunque, secondo la nostra definizione, in uno stato decentralizzato, o federale. In esso le regioni e gli enti locali possono essere indotti ad applicare alcuni costi sugli enti circostanti. Ad esempio, se un comune liberalizza gli orari notturni degli esercizi, attirerà parte della clientela dei comuni vicini. Per evitare i rischi di una concorrenza di questo tipo i cittadini richiederanno l’introduzione di una normativa centralizzata - ad esempio, una legge quadro nazionale - che restringa le possibilità di deregolamentazione a livello locale, mentre, come abbiamo appena visto, sarebbero contro, e voterebbero di conseguenza, una tale normativa all’interno di uno stato unitario. Appare dunque dimostrato che la struttura territoriale del governo conta sui risultati finali. Vi è però una considerazione più importante che riguarda il teorema della decentralizzazione. Come abbiamo ricordato, esso sostiene che il vantaggio di un sistema decentrato sta nella diversità delle politiche, che permette di soddisfare un maggior numero di cittadini, se le preferenze sono distribuite in modo non omogeneo sul territorio. Abbiamo però appena visto, seguendo Rose Ackerman e supponendo che i cittadini, e le legislature e i governi che devono attuarne le preferenze, ragionino in termini del proprio interesse e non dell’interesse pubblico, che un sistema federale può in alcuni casi condurre ad una maggiore uniformità e rigidità delle politiche. Veniamo al contributo di Breton e Scott. Esso costituisce il 31