solidated Statistical Area (SCSA) che è costituita dall’aggregazione di due o più SMSA (Kaplan e Van Valey, 1980). La seconda esperienza, avviata alla fine degli anni ’60 in Inghilterra, si è svolta soprattutto attorno ad un’idea di area urbana come «spazio autocontenuto», come territorio cioè entro il quale si svolgono i movimenti pendolari e le relazioni a carattere giornaliero (Daily Urban System). Essa ha dato luogo a un insieme di criteri essenzialmente fondati su indicatori dell’intensità degli spostamenti per motivi di lavoro tra la città centrale e le unità territoriali circostanti. Tali criteri hanno consentito, attraverso successivi approfondimenti, di suddividere l’intero territorio nazionale in «regioni funzionali» e di delimitare, attraverso di esse, le aree urbane, in stretta correlazione con i mercati del lavoro locali. Le aree così individuate sono state largamente utilizzate nelle indagini finalizzate alla formulazione di politiche urbane — sia nazionali che regionali — e di politiche del lavoro (Hall e Hay, 1980). Nel corso dei primi anni ’80 alcune importanti ricerche comparative a scala europea, pur riferendosi alle due esperienze ricordate, e in particolare utilizzando il concetto di area urbana come entità territoriale costituita da una — o più — città centrali (core) e da una corona periferica (ring) a essa funzionalmente integrata, hanno utilizzato aggregati territoriali (Functional Urban Areas) delimitati secondo criteri, meno univoci, che consentissero però di tenere conto delle esperienze e degli indicatori utilizzati in ciascun paese (Hall e Hay, 1980; van den Berg et al., 1982; Cheshire e Hay, 1989). Anche in Italia, ove purtroppo non si è ancora pervenuti a un’utilizzazione censuaria di entità territoriali di tipo urbano o metropolitano, utilizzazione che pure avrebbe effetti positivi sia ai fini conoscitivi che di predisposizione di politiche, alcune ricerche recenti hanno fornito contributi utili in materia. In particolare un gruppo di lavoro congiunto Istat-Irpet (Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana) ha reso noti, nel dicembre 1986, i risultati di un vasto lavoro di elaborazione di dati comunali e sub-comunali (sezioni di censimento) dei censimenti 1981 della popolazione e dell’industria e commercio. Tale elaborazione, fondata essenzialmente sull’analisi degli spostamenti giornalieri per motivi di lavoro disponibili per la prima volta in Italia attraverso il censimento 1981 della popolazione, ha dato luogo a una prima individuazione di 955 «sistemi locali del lavoro» in cui può essere 76