una definizione operativa di sistema urbano giornaliero è quella di «insieme di località interagenti attraverso una consistente quantità di spostamenti giornalieri per motivi di lavoro che formano un’entità territoriale relativamente autocontenuta», ed è coerente con quella di mercato locale del lavoro che è alla base della regionalizzazione del territorio italiano in SLL (Istat-Irpet, 1986). In un sistema urbano giornaliero così definito, una località può essere identificata come «centrale» rispetto alle altre con riferimento alla numerosità dei suoi posti di lavoro o dei suoi abitanti, ovvero alla posizione che essa occupa all’interno della rete di relazioni funzionali che lo costituiscono, contribuendo al riconoscimento dei suoi confini. In questa visione del problema la caratteristica urbana del sistema locale è assunta al suo livello più elementare di significato, cioè di luogo che rappresenta una concentrazione di popolazione e di occupazione — al di là della dimensione che la contraddistingue — in contrapposizione agli insediamenti sparsi della campagna. Nel secondo caso, invece, si può trarre ispirazione dal concetto di sistema urbano definito secondo gli schemi delle SMLA-MELA o delle SMSA, stabilendo un ammontare di occupazione o di abitanti la cui presenza conferisce carattere urbano al sistema locale. A questo punto si prospettano diverse soluzioni, tutte ugualmente arbitrarie, che sono almeno tante quante le dimensioni occupazionali o demografiche ritenute una conveniente approssimazione implicita della specializzazione funzionale urbana. Non potendo avventurarci nella formulazione di un numero imprecisato di ipotesi, né ritenendo che si tratti di un aspetto che può essere affrontato rigorosamente sul piano teorico, in assenza peraltro di studi empirici che possano guidare la scelta suggerendo dimensioni adeguate a rappresentare il fenomeno urbano così come esso si manifesta in Italia, la soluzione più ragionevole ci pare sia quella di limitarsi all’applicazione giudiziosa di alcuni dei criteri e delle indicazioni già sperimentati da altri — quelli ritenuti più interessanti per la realtà italiana — e valutare criticamente i risultati che si ottengono. Un primo criterio dimensionale su cui convergono alcuni studi di natura empirica — e cui hanno fatto riferimento anche alcuni suggerimenti avanzati nel nostro paese nell’ambito del dibattito sull’area metropolitana — indica una quantità di popolazione di almeno 300.000 abitanti riferita alla località centrale. La configurazione di sistemi urbani che risulta dall’applicazione di questo criterio è rappresentata nella figura 4, e 54