come si può constatare identifica undici sistemi urbani corrispondenti alle principali città italiane. Se invece la stessa quota di popolazione viene riferita al sistema urbano nel suo insieme, si ottiene la configurazione rappresentata nella figura 5, e in questo caso i sistemi urbani salgono a diciotto, avvicinandosi a quelli che formano il gruppo uno considerato nello studio di Costa et al., citato in precedenza. La loro popolazione residente — nella località principale e nell’intero sistema urbano — è riportata nella tabella 1, insieme alla relativa occupazione. Osservando la dimensione occupazionale della prima configurazione di sistemi urbani, si nota che la quota di occupazione che li contraddistingue — con riferimento all’area nel suo insieme — è di norma superiore a 200.000 occupati, tranne che nei tre sistemi urbani meridionali di Catania, di Bari e di Palermo, dove è compresa fra 127.000 e 193.000 unità. Invece, la seconda configurazione di sistemi urbani (i diciotto sistemi urbani di figura 5) presentano una quota di occupazione — con riferimento all’area nel suo insieme — di norma superiore a 100.000 occupati, cui fa eccezione il sistema urbano di Salerno che ne ha poco meno di 75.000. Vi è da aggiungere che nell’ordinamento discendente dei sistemi locali candidati alla definizione di sistemi urbani, se il criterio guida fosse quello che stiamo esaminando, entrerebbero a far parte del novero anche i Sistemi locali di Modena e di Parma, entrambi con una quota di occupati superiore a 100.000 unità, i quali rimangono esclusi per via dell’insufficiente quota di popolazione residente, che si aggira per entrambi intorno ai 230.000 abitanti. Da questo rapido esame si ha la conferma empirica dell’esistenza di un trade-off fra popolazione e occupazione che, almeno nel caso dell’Italia, da un certo punto in poi penalizza i sistemi urbani del sud, molto più caratterizzati da una dimensione demografica che occupazionale, come del resto è ben noto. A tale proposito, si può aggiungere che vi sono altri tre Sistemi locali candidati alla definizione di sistemi urbani: quelli di Caserta, di Lecce e di Messina, che pur avendo una popolazione totale superiore a 250.000 abitanti, sono contrassegnati da quote relativamente basse di occupazione, essendo comprese tra 58.000 e 64.000 unità. Se facciamo agire il criterio dimensionale di popolazione entro lo schema SMSA/SMLA-MELA prima riassunto (fig. 1), utilizzando la configurazione delle Regioni funzionali (RFL) per interpretare le inter- 55