riassume ogni effetto non esplicitamente inserito nel modello: l'effetto di eventuali variabili esplicative, rilevanti per il processo di scelta, ma non prese in considerazione; l'improprietà della forma lineare; la disomogeneità dei comportamenti all'interno di una medesima classe. Tale disomogeneità è senza dubbio dovuta all'irriducibilità intrinseca di decisori pur simili sotto ogni aspetto misurato, ma viene accresciuta dalla grossolanità della partizione adottata. Il calcolo di un modello logit specifico per ciascuna classe di decisori presuppone che le classi siano state individuate (o meglio, costruite) in modo che i comportamenti all'interno di ciascuna, a fronte del particolare processo di scelta, risultino il più possibile omogenei. D'altra parte, nel tentativo di garantire una maggior omogeneità interna ai segmenti di decisori non si può neppur spingerne eccessivamente il numero: l'affidabilità dei coefficienti stimati per ciascun segmento è legata anche al fatto che esso presenti una sufficiente numerosità. È allora cruciale che la combinazione di variabili utilizzata per segmentare l'insieme dei decisori sia quanto più possibile appropriata allo scopo dell'analisi. Non basta che i segmenti siano omogenei rispetto ad un insieme di variabili ragionevoli che descrivono i decisori: sembra necessario operare proprio su quelle variabili che empiricamente meglio garantiscono, nel contesto dato, una valutazione simile delle alterantive da parte degli individui in una stessa classe. E ciò, come vedremo, può non essere ancora sufficiente. È questo il problema per il quale si vuole qui proporre una metodologia operativa. Il problema delineato non riguarda solo i modelli di scelta discreta fondati sulla nozione di utilità casuale: ci si trova in una situazione simile ogni qualvolta si debba segmentare una popolazione descritta da un insieme di variabili (che, per fissare le idee, assumeremo nel seguito di tipo socioeconomico), e si voglia farlo non tanto e non solo in base a tale descrizione, bensì in base alla struttura delle relazioni che intercorrono tra questa descrizione ed un'altra. Si è insomma in presenza di due insiemi di variabili che descrivono la medesima popolazione secondo aspetti distinti ma interrelati. Nel nostro caso, possiamo presumere che segmenti di famiglie con una struttura di preferenze omogenea per quanto riguarda i caratteri dell'alloggio siano individuabili a partire dalle loro caratteristiche soggettive (età, numerosità, condizione economica e sociale); tuttavia, solo l'analisi dei legami che intercorrono, sull'insieme delle unità di osservazione (le famiglie, nel nostro caso), tra caratteri soggettivi e preferenze residenziali, ci può informare su quali siano i caratteri soggettivi 76