Aj = [Ej Dj (E, Em almjj Tlm) exp(-f3 Cy)]"1.
Nel secondo esempio assumiamo che gli individui non posseggono una informazione completa sulle zone di destinazione - per esempio, per carenza di comunicazioni interpersonali - e quindi effettuino la scelta della destinazione solo tra le zone e loro note:
Ty = Aj Oj Dj ay exp( - (3 Cy)	(13)
con ajj matrice i cui elementi identificano se la zona j è nota agli individui in i (ay = l) o se non è nota (ay = 0);
Aj = [Ej Dj ajj exp(-(3cy)]-' è il fattore di normalizzazione. 5. Conclusioni
In questo lavoro si è tentato di costruire una nuova famiglia di modelli di interazione spaziale, più generale di quella oramai classica. Si sono individuati i limiti dei fondamenti microcomportamentistici dei modelli tradizionali e, cercando di superarli, si sono proposte nuove basi concettuali.
Queste nuove basi vogliono introdurre, nelle analisi delle interazioni spaziali, una maggiore attenzione a quegli aspetti dei comportamenti individuali che escono dal paradigma della pura razionalità economica.
I nuovi fondamenti vogliono, altresì, introdurre una maggiore attenzione alla interazione tra i comportamenti individuali, sia quando l'interazione è diretta sia quando l'interazione è attraverso lo scambio di informazioni e valutazioni.
Sia nella descrizione dei comportamenti individuali che nella descrizione dell'interazione tra questi comportamenti, viene sottolineato il ruolo della qualitatività e dell'impreciso ed incompleto sull'agire degli individui.
Vengono quindi proposti alcuni strumenti operativi e teorico-metodologici per costruire i nuovi modelli di interazione spaziale, secondo due linee di approccio: top-down e bottom-up. Nel primo caso vengono già anche forniti alcuni esempi dei nuovi modelli.
Gli sviluppi di ricerca, più immediati, che si intravedono, sono così ancora secondo l'approccio «top-down» appena citato.
Occorre:
i. sul piano teorico e metodologico, sviluppare più estesamente le
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