il Fondo e regolamentato le procedure di accesso (Censis-Imi, 1990). Tra questi, la legge 46/82 rappesenta un evento significativo nella storia dell'intervento pubblico per la R&S, in quanto, oltre a rifinanziare il Fondo per la ricerca applicata, tale legge contempla la stipula di contratti di ricerca nell'ambito di programmi nazionali orientati allo sviluppo di tecnologie fortemente innovative e strategiche, suscettibili di traduzione industriali nel medio periodo.
Le ricerche oggetto di contratto (stipulato dall'Imi su richiesta del Murst) devono concludersi con le fasi di prototipo o di progetto pilota sperimentale, che precedono quelle dell'innovazione, dello sviluppo e della preindustrializzazione.
Titolari di questo tipo di contratto sono imprese e centri di ricerca ed i risultati, di proprietà dello Stato, possono essere ceduti ai contraenti.
La legge 46/82 prevede, inoltre, contributi alle piccole e medie imprese per ricerche affidate a laboratori esterni, pubblici e privati, altamente qualificati ed autorizzati dal Murst (alla fine del 1984 era stato istituito un apposito Albo) ed istituisce un Fondo speciale per l'innovazione tecnologica, direttamente gestito dal Ministero dell'industria.
Per quanto riguarda il Fondo per l'innovazione, la sua attività si esplica mediante due forme di intervento:
-	crediti a tasso agevolato;
-	contributi a fondo perduto fino al 50% del costo del progetto (ora
ridotto al 35%).
Possono beneficiare di questi interventi imprese industriali o consorzi che richiedano finanziamenti per attività di progettazione, sperimentazione, sviluppo e preindustrializzazione.
È opinione assai diffusa che il Fondo per l'innovazione tecnologica sia una duplicazione del più vecchio Fondo per la ricerca applicata. In effetti, l'intervento del Fondo per l'innovazione dovrebbe posizionarsi più a valle lungo l'arco del processo innovativo, ma i tentativi di stabilire criteri di selezione che, a parità di rigore, consentissero di abbreviare i tempi di stipula dei contratti e di erogazione dei finanziamenti, hanno portato ad un aumento di discrezionalità nell'esame dei progetti. Sono, peraltro, note le vicissitudini giudiziarie che hanno interessato, alcuni anni fa, il Fondo.
La previsione di una riserva del 40% degli stanziamenti a favore delle imprese del Mezzogiorno e del 20% a favore della piccola impresa ha, poi, nel caso frequente di non assegnazione dei fondi per mancanza di progetti presentati, sottratto risorse ad altri potenziali partecipanti.
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