Il secondo lavoro, di Moretti, Demaestri e Villani, propone una diversa interpretazione dell'organizzazione territoriale sulla base dell'utilizzo dei sistemi reticolari applicati all'area milanese. È interessante osservare la possibilità di integrazione tra i lavori relativi alla seconda parte del volume, in quanto gli strumenti di valutazione possono certamente costituire un ulteriore metodo di individuazione dei sistemi territoriali. La terza e ultima parte del volume concerne i contributi inerenti alla struttura spaziale e alla organizzazione dei processi produttivi. Al fine di analizzare il successo e la crisi delle economie locali negli ultimi venti anni, Camagni e Capello propongono un modello dinamico, o comunque comprensivo di tutti gli effetti di retroazione dello sviluppo passato su quelli futuri, accompagnato da uno studio sui fattori di successo relativi allo sviluppo recente della terza Italia e dei più recenti fenomeni di rivitalizzazione urbana. Con l'obiettivo di evidenziare la rilevanza dell'innovazione all'interno dell'organizzazione produttiva, Bielli, Negri e Stampa conducono un'analisi ed una valutazione dei principali strumenti istituzionali legislativi di incentivo e sostegno all'innovazione tecnologica, sia a livello nazionale che europeo. Il lavoro di Gorla focalizza l'attenzione sull'analisi di un modello interpretativo di tipo microeconomico elaborato per lo studio dei processi di dismissione e di sviluppo dei suoli urbani, suggerendone alcune estensioni teoriche. I lavori finali di Senn e Diappi, Sonis e Stabilini si collocano nell'ambito più specifico degli studi relativi alla struttura gerarchica dei sistemi territoriali. In particolare Senn propone il concetto di sistema gerarchico territoriale come nuovo elemento di analisi su cui fondare la teoria della base economica, alla luce di una ricerca sulle imprese multilocalizzate in Italia. Diappi, Sonis e Stabilini sviluppano un nuovo modello interpretativo della gerarchia territoriale, sulla base del concetto di gerarchia mista derivato dalla teoria dei luoghi centrali. Tale modello, applicato alla Regione Lombardia, viene successivamente interpretato attraverso il paradigma reticolare. In sintesi i contributi relativi a quest'ultima parte del volume rappresentano i nuovi approcci atti ad indagare le fasi più significative del processo produttivo e della struttura spaziale ad esso collegato. Concludendo, dalla panoramica dei precedenti lavori emergono tre principali linee di tendenza: 10