Esso pertanto offre un contenuto informativo aggiuntivo rilevante; infatti, mentre consente di valutare l’entità dei fenomeni e una componente «obiettiva» dei costi, consente anche di stimare in che modo preferenze e sensibilità degli attori determinino valutazioni e comportamenti relativi alle scelte localizzative. Gli indicatori di questo tipo sono il risultato di un approccio sistemico, tradotto - come deve essere - in un modello matematico che tiene conto (per quanto possibile) delle relazioni fra le variabili considerate. L’apporto aggiuntivo che essi apportano al processo di valutazione si può illustrare facendo ancora riferimento all’esempio prima discusso. L’indicatore «tradizionale» di figura 4, come detto, non ci informa su aspetti quali la distribuzione spaziale dei costi, sul potenziale di alternative fruibile per ogni zona e sulla propensione allo spostamento della popolazione. Per ovviare a questa incompletezza, invece di adoperare un indicatore derivato dall’applicazione di un modello urbano, si potrebbe ampliare la tabella di valutazione, aggiungendo una serie di indicatori ognuno dei quali, in modo disaggregato, misuri in qualche modo gli aspetti mancanti prima citati. In questo modo, però, ampliando la tabella di valutazione, si ampliano anche i problemi di confronto e di ordinamento dei criteri e delle alternative, mentre uno dei problemi maggiori in un processo di decisione è proprio quello dell’aggregazione in un giudizio comprensivo e sintetico di tutta l’informazione frammentata che viene prodotta. Da ciò emerge l’utilità dell’uso di indicatori di sistema che contribuiscono a fornire informazione multidimensionale e aggregata, quale nasce da una visione integrata e sistemica. 8. Considerazioni conclusive In questo contributo si è inteso sottoporre all’attenzione una direzione di ricerca in cui il processo di piano viene inteso come un processo dinamico di apprendimento, apprendimento che riguarda sia se stesso, sia altri processi dinamici autoorganizzativi inclusi al suo interno. Da ciò deriva la necessità, per il sistema pianificatore, di aver presenti, ed eventualmente costruire, sin dall’inizio del processo, i «testi» e gli strumenti che serviranno per condurre in modo efficace il proprio processo di apprendimento. Quanto detto acquista particolare rilevanza se consideriamo che le attuali tendenze dei modelli insediativi non sono più rivolte alla «progettazione dello sviluppo», ma allo sforzo della riorganizzazione funzionale e di un contenimento dell’uso delle risorse territoriali. 109