Tale mutato quadro generale pone rinnovate esigenze di strumenti e di metodologie e, soprattutto, di atteggiamenti,di fronte alle discipline e alla pratica della pianificazione del territorio. Essa, infatti, piuttosto che proporre forme per la crescita, dovrà essere soprattutto preoccupata della comprensione dei modi di funzionamento dei sistemi urbani in forme sempre più analitiche e profonde di quanto i ritmi di crescita imposti dallo sviluppo degli anni della ricostruzione non avessero richiesto o consentito. Si presenta la necessità di indagare in modo più approfondito gli effetti futuri degli interventi, in quanto i meccanismi causali delle trasformazioni urbane sono più complessi di quel che si supponeva, soprattutto perché molti di essi vengono «autoprodotti» dal sistema stesso. Lo studio della dinamica urbana mediante i nuovi modelli, ai quali qui si fa riferimento, consente di identificare tali meccanismi endogeni del cambiamento urbano e, combinandoli con quelli esogeni, permette di giungere ad una comprensione più profonda del sistema e, quindi, auspicabilmente, a forme di controllo più efficaci. Inoltre, se consideriamo la crescente velocità dei cambiamenti, sia socio-economici sia spaziali, a cui è soggetto il sistema urbano, acquista grande rilevanza 1 aspetto dinamico della pianificazione, che può essere visto sotto tre punti di vista: a. l’operazione di piano avviene su una realtà che evolve e sia gli attori sia i decisori pubblici ne acquistano una sempre maggiore coscienza; b. il piano, anche in quanto formulazione di obiettivi, vincoli e strategie, è un processo evolutivo e dinamico; c. il piano, in quanto strumento di controllo sulla realtà che guarda al perseguimento degli obiettivi, è un processo dinamico. In relazione a questi tre aspetti dinamici, emerge l’utilità di un modello del sistema «pianificato», quale quello qui presentato, integrato nel processo di pianificazione, il quale è in grado di: a. descrivere la realtà in modo intrinsecamente dinamico; b. tener conto della forte «evolutività» del quadro degli obiettivi, vincoli e priorità; c. fornire indicazioni adeguate alla definizione ed alle modificazioni del time scheduling di implementazione degli interventi di piano. Per poter conseguire contemporaneamente questi tre scopi, occorre che il modello che si usa sia dinamico e venga utilizzato in modo interattivo. In altri termini, occorre che il modello descriva il sistema pianificato nella sua evoluzione (in fase di analisi) o lo descriva nella sua evoluzione sotto l’effetto del piano (in fase di programmazione e controllo), in modo che tra il sistema pianificato (attraverso il suo modello) e il sistema pianificatore si 110