di assumere un ruolo attivo nella concertazione a scala europea e nazionale attorno a grandi progetti che tendono a modificare la struttura del territorio nazionale ed europeo.
    In questa sede è opportuno concentrare l’attenzione sul ruolo dell’innovazione organizzativa, che è una componente essenziale dell’incremento della produttività. In particolare, nelle regioni arretrate il sottosviluppo economico è soprattutto l’effetto, ma per altri aspetti anche la causa, della incapacità organizzativa sia della amministrazione pubblica che di gran parte delle stesse imprese private o in altri termini è l’effetto di approssimazione, improvvisazione e incapacità di coordinamento, di individualismo e scarsa propensione ad iniziative di tipo collettivo.
    La carenza di organizzazione non è un problema che può essere risolto aggirandolo, facendo ricorso a un’organizzazione imposta dall’esterno e affidando ad operatori esterni la progettazione e persino l’esecuzione di un numero limitato di progetti ritenuti strategici.
    In un’economia di mercato l’evoluzione di un’economia regionale dipende dalla progettazione ed esecuzione di migliaia di progetti per i quali le risorse esterne sarebbero sempre insufficienti. Pertanto, la carenza di organizzazione deve essere affrontata promuovendo lo sviluppo di capacità di organizzazione interne anche tramite forme efficienti di assistenza tecnica da parte dell’amministrazione pubblica nazionale e regionale.
    Pertanto, una politica industriale nelle regioni del Mezzogiorno moderna, efficace, rigorosa e diversa dalla mera attrazione di investimenti di grandi imprese dovrebbe ispirarsi ai seguenti principi generali:
- promuovere attività produttive competitive e orientate al consumatore non alla domanda pubblica;
- stimolare la flessibilità dell’ambiente locale e accelerare i tempi dei processi decisionali e del cambiamento;
-  promuovere una maggiore apertura dell’economia locale verso l’estero. Tradizionalmente, una politica regionale «compatibile con il mercato» o market friendly mira a:
- utilizzare strumenti di politica economica che non distorcano il meccanismo di mercato;
- correggere le inefficienze determinate da casi di fallimento del mercato;
- correggere le disparità di sviluppo determinate dal meccanismo di mercato.
    Invece, una moderna politica regionale «orientata al mercato» dovrebbe mirare anche a:
- determinare le condizioni ambientali ed istituzionali per creare meccanismi di mercato ove questi non esistono di fatto;
- promuovere lo sviluppo di nuove attività produttive competitive a scala internazionale;
- promuovere una maggiore cooperazione tra i diversi attori rimuovendo le barriere informative ed i costi di transazione nell’interazione tra gli stessi.
    In particolare, una politica per il Mezzogiorno «orientata al mercato» do-
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