xcv cambiamento in un sistema urbano nel quale la tassonomia che ne è alla base e le variabili stesse cambiano nel tempo. L'evoluzione ha luogo in seguito all'azione di processi veloci, i quali assicurano il mantenimento della varietà a livello microscopico, e, in relazione a ciò ed in un contesto in cui vi è un costante esame della stabilità della tassonomia e delle variabili esistenti, in seguito alle mutazioni che si generano nel corso del tempo. In questo quadro, inoltre, vengono discusse alcune applicazioni di questa concezione a modelli che descrivono come una struttura urbana e territoriale coevolve insieme al sistema dei trasporti ed all'innovazione tecnologica e culturale. L'autore descrive e discute modelli di autoorganizzazione di città e aree, soffermandosi sulla questione della sostenibilità ambientale e sulla necessità di un modello integrato di supporto alla decisione capace di esplorare gli effetti globali nel lungo termine di politiche socioeconomiche ed ambientali. Agostino La Bella discute sulle effettive potenzialità che l'approccio evoluzionista ha di cogliere, meglio di altri, la complessità dei sistemi urbani e regionali e di fornire un paradigma efficace per l'analisi, la previsione ed il governo della crescita delle città e dei sistemi territoriali. Dopo alcune precisazioni sulla nozione di complessità, l'autore presenta un'applicazione della teoria delle perturbazioni ai modelli demografici multiregionali e, successivamente, discute alcuni aspetti dell'approccio frattale e dell'approccio della teoria delle catastrofi. L'autore si propone di stabilire criteri per il confronto di teorie e modelli dello sviluppo urbano e regionale e di stimolare, alla luce dei suddetti criteri, la discussione sull'approccio evoluzionista. Maria Tinacci Mossello mette in luce la difficoltà crescente di definire e riconoscere la città, sia per la sua forma sia per la difficoltà di distinguere il sistema-città dal sistema-società. L'autrice esamina l'ipotesi della città come sistema locale e riflette sul significato, sulla definizione dei limiti e sul riconoscimento della città come sistema locale autoorganizzato entro un quadro di riferimento in cui i confini della città sfumano. Evidenzia l'importanza della capacità della città moderna di produrre informazione ed innovazione, cosa che, tuttavia, non deve far perdere di vista la città come luogo, prodotto della storia e denso grumo di contenuti. Conclude mostrando che la complessità delle città, sistemi complessi in un ambiente sempre più complesso, deriva non solo, e non tanto, dalla natura composita e molteplice delle componenti, quanto, e particolarmente,