1951 e il I960 e dell'8, 87% fra il 1961 e il 1969, si è verificata la prima flessione dello 0, 39% nel 1970 e la seconda che si stima del 4,30% nel 1971. Questa inattesa biennale fase involutiva è costata al complesso dell’industria cartaria italiana una privazione di mercato - tra recessione e mancato atteso sviluppo - di circa 800. 000 t che rappresentano il 23% dei tre milioni e mezzo di tonnellate consumate nel 1969. Di qui l’accrescersi delle eccedenze produttive, già esistenti ad opera delle troppo numerose e disordinate iniziative incentivate, che dovevano-' invece riassorbirsi in un mercato quantitativamente più ampio. Anche nel resto dell'Europa i segni della recessione o della stasi dei consumi sono stati numerosi’■nel 1971. Il mercato cartario dei sei paesi della Comunità Economica Europea ha registrato una lievissima flessione essendo prevalse le perdite dell’Italia e dell' Olanda, unitamente all'arresto di sviluppo nella Repubblica Federale Tedesca sugli incrementi registratisi in Francia e in Belgio. Una maggiore flessione è avvenuta nell'intera area Europea occidentale dove le perdite anche della Gran Bretagna e della Scandinavia sono prevalse sui pochi movimenti positivi o nulli di altri paesi, chiudendo così con un saldo negativo che si approssima al 2%.