Confronti intertemporali Tabella 3-12: Distribuzione delle tipologie di inseriti ad ottobre (2011-2014) e delle tipologie contrattuali, valori percentuali 2011 2012 2013 2014 Tirocini Accordo informale con il datore (lavoro nero) 7,1 9,0 9,7 8,4 1,2 7,0 9,1 2,9 Coadiuvante familiare 1,5 1,2 2,0 0,6 Autoimpiego Lavoratori con contratto (vedi V.A. ultima riga) Totale % inseriti 7,0 1,7 4,2 3,8 83,3 100,0 81,1 100,0 75,0 100,0 84,3 100,0 Totale V.A. inseriti 676 644 647 688 Totale V.A. campione 1559 1532 1680 1693 Totale % inseriti sul campione 43,4 42,0 38,5 40,6 Tempo indeterminato (tipico o standard) Apprendistato (o altri contratti a causa mista) Tempo determinato a carattere non stagionale 31,1 29,3 24,5 15,6 5,5 8,8 12,6 12,6 47,8 46,2 41,4 45,0 Tempo determinato a carattere stagionale 10,1 8,2 14,4 10,8 Lavoro interinale (o somministrazione) 0,0 1,3 0,4 4,5 Lavoro intermittente 2,1 0,6 0,4 1,4 Lavoro domestico 0,2 0,4 0,4 0,9 Lavoro a progetto o co.co.co. 2,8 4,0 2,9 5,0 Collaborazione occasionale Altro 0,4 1,1 2,9 2,6 0,0 100,0 0,0 100,0 0,0 100,0 1,6 100,0 563 522 485 580 Tipo di inserimento29 Tipologia contrattuale30 Totale % lavoratori con contratto Totale V.A. lavoratori con contratto Invece, è da analizzare con attenzione la quota di lavoratori inseriti con regolare contratto formale, che si colloca sempre oltre il 75%, pur evidenziando un trend negativo fra il 2011 (83%) e il 2013 (75%), mentre i livelli 2014 (84%) tornano a superare il benchmark iniziale. Tale quota si riferisce ai contratti osservabili tramite COB (Comunicazioni OBbligatorie), cui si aggiunge la quota di tirocini. Se la valutazione di placement si basasse esclusivamente sugli inseriti con contratto formale, si perderebbe una quota significativa di osservazioni: i lavoratori autonomi, ma soprattutto il lavoro nero, che risulta essere una tipologia particolarmente diffusa nei momenti di flessione del mercato e di crisi economica generalizzata come il periodo in analisi. Per entrare nel dettaglio della distribuzione delle tipologie contrattuali è utile osservare la Figura 3-3. In tutte le annualità considerate, il contratto maggiormente avviato è il tempo determinato non stagionale, che include anche il lavoro interinale, con quote sempre superiori al 40% dei contratti. Di particolare rilevanza risulta anche il contratto a tempo indeterminato, che però dimezza il suo peso relativo dal 31,1% del 2011 (formati 2010) al 15,6% del 2014 (formati 2013). Tale contratto risulta sempre meno avviato per i formati piemontesi: coerentemente con i dati nazionali, il trend presenta un maggiore avvio di contratti flessibili. Nello specifico, si osserva la netta crescita dei contratti di apprendistato, circa il 5% nel 2011 e oggi più del 12%, di poco inferiori alla quota di tempi indeterminati. Le altre forme contrattuali inserite nell’analisi hanno peso residuale, eccezion fatta per il tempo determinato a carattere stagionale, che interessa quasi sempre più del 10% dei lavoratori con contratto e che è particolarmente utilizzato nei settori di ristorazione, alberghiero, cura della persona, tutti oggetto della formazione in esame. 29 30 Valori percentuali calcolati sul totale di quanti lavorano ad ottobre (inseriti). Valori percentuali calcolati sul totale di quanti hanno un contratto ad ottobre. 42