Le avveìiture di Said	585
vesti ancora più belle ed armi più preziose. Quel giorno, mezza Bagdad s' era riversata sulla piazza e persino il Califfo assisteva alla giostra da un terrazzo. Anch'egli ammirò lo straniero Almansor, e, finita la giostra, gli appese al collo una bella catena con una grande medaglia d'oro, per dimostrargli la sua ammirazione.
Questo secondo grande trionfo destò l'invidia dei giovani di Bagdad : « Uno straniero, » — dicevano — « ha da venirci a portar via la vittoria, e la fama e l'onore? Andrà in giro a vantarsi che nel fiore della gioventù di Bagdad non ci sia stato uno solo capace di tenergli testa ?» — E concertarono tra loro che nella prossima giostra gli sarebbero sopra in cinque o sei, come per caso, per disgrazia.
All'occhio acuto di Said, questi segni di malumore non isfuggirono : ben vide come si appartassero in un angolo, e susurrassero tra loro, accennando a lui con espressione malevola: comprese come ali'infuori di Ali, il fratello del Califfo, e del figlio del Gran Visir, nessuno fosse molto ben disposto verso di lui ; d'altronde anch'essi, a forza di domande, gli si eran resi importuni, perchè si struggevano di sapere i fatti suoi, e che cosa facesse in Bagdad, e di che cosa si occupasse ecc. ecc.
Per una delle solite combinazioni, il giovane che guardava Said-Almansor con occhio più malevolo era per l'appunto colui ch'egli aveva gettato a terra davanti alla bottega di Kalum-Bek, mentre stava per istrappare la barba allo sciagurato mercante. Said lo aveva già vinto più di una volta, ma non era bastante