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La Carovana
Sospese dunque il giudizio e mi rimandò in prigione.
Gii
Il giorno dopo, pensavo tristamente alla sentenza,
— che non potevo illudermi avesse ad esser mite, _
quando la porta della prigione si aperse, ed una voce amica esclamò:
« Oh, dove mai ti trovo, Zaleukos ! Che cos'hai fatto ? »
Era uno dei mercanti persiani, coi quali m'ero legato di amicizia a Trebisonda e poi nel lungo viaggio compiuto insieme. Giunto per caso da Teheran, aveva udita la mia storia, e veniva a confortarmi, ad offrirmi aiuto: non poteva credere che mi fossi macchiato d'un delitto simile.
Gli raccontai tutto quanto m'era accaduto, ed egli sembrò assai stupito e, da principio, quasi incredulo.
« A me, che ti sono amico, puoi ben dire tutta la verità, se vuoi che ti aiuti ad uscirne.... »
« Ma questa è tutta la verità ! » — protestai : «Io non so altro; te lo giuro!»
« Allora, non e vero che tu abbia conosciuta Rudabeh in Alessandria d'Egitto? Non è vero che tu volessi impedire le sue nozze con Mirza? »
« Io? Ma se non l'avevo nemmeno mai veduta! »
« Perchè oggi ho sentito che in uno stipo di Rudabeh s'è trovato un foglio, dove pare la si minacciasse di morte se tradiva la fede promessa per an-