L'osteria dello Spessart mani dietro la schiena. Said domandò con che diritto si permettessero simile prepotenza. « In nome della polizia, » — risposero, — « e del tuo legittimo padrone, Kalum-Bek. » In fatti, il brutto omiciattolo sbucò subito fuori, schernì ed ingiuriò Said, gli mise una mano in tasca, e tutto trionfante ne trasse una grande borsa piena d'oro. « Vedete? Tutto quest'oro mi ha rubato: briccone ! » — gridò, e la gente guardava con ribrezzo il prigioniero : « Così giovane ancora, così bello, e tanto depravato ! Al tribunale, al tribunale, perchè abbia le bastonate che si merita ! » Gli correvano dietro, e tutto un corteo di cittadini d'ogni ceto si univa, a mano a mano, ai primi : « Vedete? E il bel servo del Bazar, che ha rubato i denari del suo padrone, e voleva fuggire ! Duecento piastre d'oro ha rubato ! » Il Direttore della Polizia ricevette il prigioniero con una faccia scura : Said voleva parlare, ma l'ufficiale gli impose silenzio, e non dette ascolto che al piccolo mercante, al quale fece vedere la borsa e domandò se quel denaro fosse stato rubato a lui; e Kalum-Bek giurò di sì; ma il giuramento falso gli ottenne l'oro, non il bellissimo schiavo, che valeva almeno mille piastre; perchè il giudice disse: « Per la legge emanata dal mio potente Signore, il Califfo Harun Al Rascid, il furto che sorpassa le cento piastre, e fu perpetrato nel Bazar, è punito col bando perpetuo in un'isola deserta. Questo ladro viene a tempo per completare la ventina, e domani i