Ig I FIGLI DI MARI A. prato uno stagno. Seduta sopra un sasso presso allo stagno se ne stava la Tina acconciandosi i capelli che le b scendevan sulle spalle in riccioli vagabondi, e specchiandosi nell'acqua dello stagno. Essa non credeva di esser vista e giocherellava coi suoi capelli, poi li raccoglieva in due treccie, ed ora le puntava intorno al capo a guisa di aureola ed ora le stringeva intorno alla nuca, e si specchiava, sorrideva e poi intuonava una canzone. Quando fu stanca di fare degli esperimenti, puntò le sue treccie come al solito , p; si tolse il fazzoletto dalle spalle ; lasciò vedere un collo ben fatto e bianco in quella parte che restava coperta dai raggi del sole, diede una crollatina al fazzoletto , se mai vi fosse rimasto appiccicato qualche capello , se lo rimise , e finalmente si lavò le mani nello stagno. Piero era rimasto un momento a vedere quello spettacolo inatteso , ma poi pensò che anche Tano era lì tutt' occhi a contemplare, e provò un tale dispetto che saltò a terra e prese a scuotere con tanta forza 1' albero sul quale stava il fratello, che fu un miracolo se non lo fece precipitare a terra. — Che vuoi? lasciami in pace, — gridò Tano. — Giù di lì, subito, altrimenti ti vengo a prendere per il collo. Tano discese, perchè avea paura di Piero, ch'era più grosso e più forte di lui ; ma fece il broncio e continuò a borbottare.