6 I FIGLI DI MARTA. — E Tano, dunque, cosa mangia? — È un bocconcino che m'ha regalato la padrona: ma a te non basterebbe nemmeno a farti il solletico ai denti. — Mangia, mangia, — gli disse Checco, porgendogli una fetta di polenta, — quando s' ha fame, vai tanto l'insalata, quanto l'arrosto. — M'importa a me dell'arrosto, — disse Piero alzando le spalle ; — ma mi fanno rabbia queste differenze, ecco : — e diede un pugno sulla tavola che fece fare un balzo a quel po' di stoviglia che c' era sopra , poi prese una fetta di polenta, mangiò in silenzio, e se n'andò a letto senza parlar più. Checco s'alzò per fare altrettanto, perchè avea lavorato tutto il giorno ed era stanco. — Ho da parlarti, — gli disse Marta trattenendolo per un braccio. — Tu puoi andare, — disse rivolgendosi a Tano , e conducendolo per mano fino alla scala che andava alla stanza, dove dormiva insieme al fratallo. Checco rimase al suo posto, appoggiò i gomiti sulla tavola e la testa sulle braccia. — Sbrigati, — disse alla moglie, — ho sonno. — Sai, — gli disse Marta, — che oggi ho parlato col curato ? — Bene, e poi ? — M'ha detto che Tano non è un ragazzo come gli altri, che ha testa quasi come un signore; se n'ò accorto alle lezioni della domenica. E se lo mandassimo da lui tutti i giorni, gì' insegnerebbe a leggere e scrivere.