71 IL CEDRO DEL LIBANO. ' altro in mente che d'organizzare gite, trattenimenti per passar le serate , giuochi di ogni specie , tanto che in casa restarono maravigliati di vederlo tutt'ad un tratto divenuto così socievole, e se ne compiacevano senza indovinarne la causa. La sola che capisse un po' di quella insolita socievolezza era la Lidia, e ne aveva un po' di stizza , non perchè invidiasse la sua amica che aveva saputo attirare gli sguardi di suo' fratello, — non era nè invidiosa nè cattiva da dolersi di ciò che facea piacere agli altri, — ma perchè, dovea confessarlo, per l'Emma non provava molta simpatia, e la fatalità avea voluto che fosse per l'appunto venuta ad abitare là vicino, e, peggio ancora, che avesse colpito la fantasia di suo fratello. Quando ci pensava , le spiaceva eh' egli perdesse il suo tempo dietro ad una civettuola. Non bisogna poi credere che Gustavo fosse giovane da innamorarsi con un'occhiata di tutte le belle fanciulle che gli capitavano dinanzi ; fino a quel giorno non si era mai sognato di osservare attentamente le amiche di collegio di sua sorella, quelle ragazze insulse che non sapevano parlar d' altro che di ricami e di gingilli, che arrossivano e diventavano mute quando egli si degnava di guardarle. Se osservò 1' Emma fu perchè gli parve diversa dalle altre, anzi, fu lui ad abbassar gli occhi quando lo guardò , e poi nessuna delle ragazze prima conosciute avea quella disinvoltura e quella franchezza. Era ingenuità o sfacciataggine? Era una grande sicurezza di sè o pura indifferenza? In ogni modo era un enigma