77 IL CEDRO DEL LIBANO. ' fanciulla, avea staccata la rosa e col temperino ne toglieva le spine. _ Eccone una senza spine, — disse offrendogliela. — È vero ; ma non è naturale, 1' ha tormentata col suo temperino, è stato cattivo. Però se la puntò sul petto in mezzo ad un fiocco di seta azzurra. — Se vedesse come sta bene, — disse Gustavo galantemente, -- non si lagnerebbe della mia crudeltà. Emma fece un sorriso e cambiò discorso. Essa voleva saper tutto, e girava da una pianta all'altra come una farfallina, domandando notizie del nome del fiore, della qualità della pianta e del modo di coltivarla. Gustavo era felicissimo di farle da cicerone e la Lidia era tutta sorpresa che il fratello, il quale per solito scappava lontano dalle sue amiche di collegio, fosse tutt'ad un tratto divenuto tanto galante e tanto paziente. Intanto erano ritornati davanti al cedro del Libano e l'Emma avea di nuovo dato un'occhiata d'ammirazione a quella pianta, e disse a Lidia: — Un giorno, mi racconterai la sua storia, oggi devo andare perchè il babbo sarà impaziente, ha tante cose da fare; ma ci vedremo, spero. _ Verrò presto a vedere la tua villa, — disse Lidia. — Ma la nostra è una catapecchia, accomodata alla meglio, tanto per potervi abitare ! Sì dicendo le amiche si salutarono promettendosi re-